Napoli, la scuola aperta anche il sabato sera per vincere la dispersione

Napoli, la scuola aperta anche il sabato sera per vincere la dispersione
di Rossella Grasso
Venerdì 19 Aprile 2019, 18:03 - Ultimo agg. 20 Aprile, 22:23
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«Per vincere la mafia servirebbe si un esercito, ma di maestri elementari», scriveva Giovanni Falcone. Una lezione che alla Virgilio IV di Scampia hanno preso alla lettera. I maestri che lavorano lì sono consapevoli delle innumerevoli diffoltà del territorio e fanno di tutto affinchè la scuola possa essere un vero punto di riferimento per tutti, genitori e figli. Ci sono riusciti anche quest'anno grazie ai fondi Pon, che ha permesso alla scuola di organizzare una miriade di attività che hanno visto gli studenti impegnati durante le ore curriculari ed extracurriculari, persino il sabato mattina, quando la scuola dovrebbe essere chiusa e invece la Virgilio IV ha spalancato le porte a tutti. «Non mi è pesato affatto andare a scuola anche il sabato - ha detto Guido, 9 anni - Non c'è niente di più bello di stare con gli amici».

Così gli alunni della Virgilio IV hanno imparato la matematica con filastrocche, giochi di gruppo e disegnando fumetti, hanno perfezionato l'italiano creando un giornalino che li ha resi protagonisti del racconto del loro territorio e gli ha permesso di smarcarsi dagli stereotipi. Con il maestro Raffaele Andreozzi hanno imparato le arti marziali, il coordinamento corporeo e soprattutto il rispetto delle regole e, durante la cerimonia conclusiva dei pon, hanno anche ricevuto la cintura gialla. Qualcuno di loro ha dimostrato talmente tanta bravura che Andreozzi li ha invitati a continuare nella sua palestra a pochi passi dalla scuola. Poi teatro, canto, ballo e anche la musicoterapia. Ma non è finita qui: le attività si estendono anche ai genitori che hanno preso parte a vari laboratori e ad attività a loro dedicate come i corsi di difesa personale e pilates per le mamme.
 


Secondo il rapporto sul benessere equo e sostenibile 2018 (Bes), curato dall'Istat, in Campania il 19% degli iscritti a scuola lascia prematuramente gli studi. A Napoli sono in media il 22% del totale degli studenti in età dell'obbligo ad abbandonare i banchi. I numeri più critici sono nella periferia est e nord. E il fenomeno riguarda anche le scuole elementari. «Quando sono arrivata qui - racconta Lucia Vollaro, dirigente della Virgilio IV - il tasso di dispersione scolastica era veramente molto alto, arrivava al 25-30%. Il mio dovere era recuperare, cercare di progettare per i bambini delle attività che potessero rendere la scuola attraente e attrattiva affinchè fossero loro a venire con entusiasmo a scuola. Allora abbiamo progettato attività orientate sul recupero delle competenze di base e trasversali. Dovevamo scoprire i loro talenti, capire cosa potessero renderli sempre più motivati e far uscire le loro personalità, nelle potenzialità che sono grandissime».

Il progetto Pon express ha visto la partecipazione di circa 200 ragazzi e delle loro mamme che hanno affollato la scuola tutti i giorni per tutto il giorno, fino alle 18.30, durante e dopo l'orario scolastico. «È stato bello per me venire a scuola il sabato e trovarla piena di professori entusiasti - ha continuato Vollaro - di mamme che collaborano, che sono insieme alla scuola in un'alleanza educativa per la formazione dei loro figli e vedere tutti questi ragazzi interessati anche allo sport, alla difesa personale, bimbi che imparano a canalizzare la loro rabbia, le loro energie, in attività positive». La dirigente per gli ottimi risultati ottenuti è molto riconoscente a tutto il personale scolastico perchè dice «senza l'entusiasmo e la caparbietà di queste persone nulla di tutto questo sarebbe possibile».

«Io vivo nelle vele, ho 5 figli tutti iscritti qui - dice Melania, mamma 33enne - mio figlio la mattina mi chiede 'mamma oggi c'è il progetto?' E non vede l'ora di andare a scuola. I maestri qui danno tanto ai nostri figli. Quando gli insegnanti lavorano insieme ai genitori si può arrivare davvero molto lontano». I maestri della Virgilio IV vivono il loro lavoro come una missione, come la maestra Mariateresa che ha scelto di rimanere a insegnare a Scampia. «Quando sono arrivata mi sono trovata difronte una scuola che aveva bisogno di docenti che lavorassero e si impegnassero in una missione: prendere i ragazzi, accoglierli, tenerli con te a scuola e fare in modo che loro possano cambiare mentalità e acquisire nuove competenze, essere dei ragazzi come tutti gli altri e non sentirsi ghettizzati».

Poi c'è la maestra Elvira che insegna lì da quasi 40 anni. È stata la maestra anche delle mamme dei suoi alunni e la porta della sua classe è sempre aperta e le sue orecchie pronte ad ascoltare i problemi di tutti quanti le chiedono aiuto o semplicemente ascolto. «Questo è un territorio abbandonato per troppi anni dalle istituzioni - racconta - E questo lo dico con grande dolore.
La scuola è un presidio, è tutto quello che loro hanno e la scuola può e deve avere un ruolo fondamentale, per i bambini e per le loro famiglie. Le mamme hanno bisogno di essere accolte e ascoltate. Qui le donne per l'80% sono spose bambine - racconta - hanno avuto i loro primi figli a 12-13 anni, hanno vissuto la maternità con poca consapevolezza e vivono condizioni difficili. La scuola qui dovrebbe essere aperta fino a sera e noi ci stiamo riuscendo. L'importante è crederci nelle cose e noi ci crediamo davvero».

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