Scuola, dal distanziamento in classe alle mascherine: ecco cosa cambia dal 14 settembre

Scuola, dal distanziamento in classe alle mascherine: ecco cosa cambia dal 14 settembre
Scuola, dal distanziamento in classe alle mascherine: ecco cosa cambia dal 14 settembre
Venerdì 26 Giugno 2020, 20:27 - Ultimo agg. 20:45
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Scuola, dal distanziamento di un metro in classe alle mascherine, ma niente plexiglass: ecco cosa cambia dal 14 settembre per alunni, docenti e personale scolastico. Niente plexiglass, dunque, ma un metro di distanza tra gli studenti. Sulle mascherine in aula, invece, bisognerà attendere un nuovo parere del Comitato Tecnico Scientifico che arriverà solo a due settimane dal 14 settembre, la data scelta per la ripresa delle lezioni. Sono queste le principali novità inserite nel testo definitivo del Piano scuola 2020-2021, che ha ricevuto oggi il via libera da parte di governo, Regioni ed Enti Locali.

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Le novità

 

Distanziamento


Il testo fa riferimento alle indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico secondo il quale «il distanziamento fisico (inteso come 1 metro fra le rime buccali degli alunni), rimane un punto di primaria importanza nelle azioni di prevenzione».
 

Mascherine


Non è ancora chiaro se gli studenti dovranno indossarle o meno durante le lezioni. Il Comitato Tecnico Scientifico «almeno 2 settimane prima dell'inizio dell'anno scolastico - si legge nel testo -, aggiornerà, in considerazione del mutato quadro epidemiologico, le proprie indicazioni in merito all'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale».
 

Didattica a distanza


Le lezioni riprenderanno in presenza fatto salvo per le scuole secondarie di secondo grado, cioè le scuole superiori, dove sarà possibile prevedere «didattica digitale integrata, ove le condizioni di contesto la rendano opzione preferibile» o dove lo consentano «le opportunità tecnologiche, l'età e le competenze degli studenti».
 

Assembramenti


Per evitare sovraffollamenti, soprattutto in ingresso e in uscita dagli istituti, si prevedono arrivi «differiti e scaglionati», mentre la mensa potrà essere organizzata su due o più turni. Qualora non sia sufficiente, gli enti locali potranno studiare soluzioni alternative come addirittura il consumo del pasto in monoporzioni all'interno dell'aula.
 

Frequenza e lezioni


Confermata la frequenza a turni differenziati e «l'articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso». Sparito, invece, il riferimento alla frequenza al sabato, sostituito da una «diversa modulazione settimanale del tempo a scuola. «Le istituzioni scolastiche - si legge ancora - avranno cura di garantire, a ciascun alunno, la medesima offerta formativa, ferma restando l'opportunità di adottare soluzioni organizzative differenti, per realizzare attività educative o formative parallele o alternative alla didattica tradizionale».
 

Tavoli


Il Piano prevede che in ogni regione vengano istituiti Tavoli che monitorino «le azioni poste in essere dalle Conferenze dei servizi a livello territoriale e dai diversi attori coinvolti nell'organizzazione delle attività scolastiche, anche al fine di rilevare eventuali elementi di criticità non risolti a livello locale e sostenerne la risoluzione, avendo particolare cura alle speciali necessità provenienti dall'esigenza di tutela degli alunni con disabilità».
 

Formazione


Le scuole organizzeranno, »singolarmente o in rete« attività di formazione specifica per il personale docente e ATA, in materia di utilizzo delle nuove tecnologie relativamente alle diverse mansioni e professionalità.
 

Gli istituti


Oltre alla costante e approfondita igienizzazione degli spazi, le scuole dovranno «prevedere attività di funzionale organizzazione degli spazi esterni e interni, per evitare raggruppamenti o assembramenti e garantire ingressi, uscite, deflussi e distanziamenti adeguati in ogni fase della giornata scolastica, per alunni, famiglie, personale scolastico e non scolastico».
 

Trasporto pubblico


Il Piano «dà atto della necessità di attivare un apposito tavolo di lavoro coordinato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con la partecipazione del Ministero dell'Istruzione« e dei rappresentanti degli Enti Locali per »il reperimento di specifiche risorse che si rendessero necessarie».

 

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