Scuola, il dietrofront: i professori No vax (sospesi) tornano in classe

Ieri la circolare ai presidi: tornano in classe insegnanti e bidelli sospesi. Le lezioni iniziano senza mascherine ma le prescrizioni potranno cambiare

Scuola, il dietrofront: i professori no vax (sospesi) tornano in classe
Scuola, il dietrofront: i professori no vax (sospesi) tornano in classe
di Lorena Loiacono
Sabato 20 Agosto 2022, 00:06 - Ultimo agg. 18:52
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Tornano in cattedra i docenti No vax, così come tutti i bidelli e gli amministrativi che hanno deciso di non sottoporsi al vaccino. Decade infatti l’obbligo per l’intero personale scolastico, a partire dal 1 settembre prossimo. A metterlo nero su bianco è una nota per le misure standard di prevenzione anti-Covid, inviata ieri dal ministero dell’Istruzione a tutte le scuole, dalle materne agli istituti superiori. La nota contiene le indicazioni per avviare l’anno scolastico, che parte appunto il 1 settembre, per poi accogliere gli studenti in classe il 15 settembre, e si basa sulle linee guida già dettate dall’Istituto superiore di sanità all’inizio del mese di agosto. Oltre ai temi legati alla mascherina e alla salubrità dell’aria, si torna a parlare di obbligo vaccinale e, di fatto, se ne certifica la decadenza.

Il dibattito

La questione è di quelle spinose: ha infiammato gli animi durante lo scorso anno scolastico visto che, a partire da dicembre 2021, sono stati sospesi dal servizio i docenti che hanno deciso di non vaccinarsi.

Non si tratta quindi di coloro che hanno evitato il vaccino per motivi di salute, ma degli insegnanti che hanno scelto di non aderire alla campagna vaccinale. Sono rimasti a casa senza stipendio, alcuni da metà dicembre e altri a partire da gennaio, dopo la pausa natalizia. Al loro posto sono stati convocati i supplenti. Il ministero ha poi deciso di riprenderli in servizio ad aprile, riavviando il pagamento degli stipendi, ma senza permettergli di tornare in classe. I non vaccinati, quindi, non potevano stare a contatto con gli studenti per motivi di sicurezza. E così sono stati spostati su altre mansioni: in biblioteca o nella preparazione delle lezioni delle classi da cui si erano allontanati. È stato così fino al 15 giugno, giorno di chiusura dell’anno scolastico. Fino ad ora non era chiaro come sarebbero rientrati in servizio a settembre. Ma la nota di ieri ha chiarito che l’obbligo vaccinale per il personale scolastico è definitivamente decaduto: quindi tutti in cattedra. Si tratta di docenti che non hanno neanche una dose di vaccino e che, presumibilmente, non aderiranno neanche alle eventuali campagne vaccinali future, ad esempio per la quarta dose. La norma legata ai vaccini rientrava in quelle inserite per il contrasto all’emergenza e, nella nota di ieri, il ministero spiega che «dalla ricostruzione fin qui effettuata si evince che le richiamate disposizioni emergenziali, alla data in cui si scrive (19 agosto 2022, ndr) in vigore in ambito scolastico, esauriscono la loro validità al 31 agosto 2022 e, in assenza di ulteriori specifiche proroghe o rinnovi, non prolungano i loro effetti nel prossimo anno scolastico 2022/2023». Ovviamente tutto resta così, quindi, fino a nuove disposizioni, vale a dire che qualora dovesse peggiorare la situazione verranno valutati nuovi provvedimenti. Ma saranno al vaglio, quindi, del prossimo Governo che si verrà a formare. Lo stesso vale per l’uso della mascherina: anche in questo caso, infatti, l’obbligo è decaduto, salvo nuove indicazioni in autunno. Gli studenti e i docenti entreranno in classe, a metà settembre, senza mascherina sul volto: la porteranno solo i cosiddetti fragili, che rischiano di contrarre la malattia in forme gravi. Quindi si torna a scuola senza vaccino e senza mascherina.

Le regole

Per il resto le regole restano confermate: non si accede con sintomi influenzali o con febbre superiore a 37,5 gradi e si mantengono quelle buone norme di comportamento a cui ormai gli alunni sono abituati, come la cosiddetta “etichetta respiratoria”, evitando di tossire o starnutire sui compagni, e con l’igiene costante delle mani. Le scuole provvederanno alla sanificazione delle classi sia ordinaria sia straordinaria, in presenza di uno o più casi di positività, e a disporre i ricambi d’aria frequenti. La questione del ricambio d’aria resta quindi aperta, come le finestre delle aule. La norma generale resta infatti quella di cambiare l’aria lasciando gli infissi spalancati: alla vecchia maniera, pertanto, e con non pochi problemi soprattutto nei periodi e nelle regioni in cui il clima è più rigido. Il ministero dell’istruzione chiede inoltre ai dirigenti scolastici di monitorare la qualità dell’aria che entra nelle aule, visto che resteranno con le finestre aperte, evitando «fonti esterne di inquinanti» in prossimità delle classi come i parcheggi, verificando il rispetto del divieto di fumo in tutta la scuola, l’assenza di arredi e materiali inquinanti e la qualità dei trattamenti per l’igiene dei pavimenti. E da viale Trastevere, per quanto riguarda gli apparecchi di sanificazione, igienizzazione e purificazione dell’aria, provvisti di sistemi di filtraggio, sottolineano che possono aiutare, ma non è sufficiente: «Devono essere finalizzati a integrare, e non a sostituire, le principali misure anti-contagio».

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