Scuola, 1,2 milioni di test sierologici a prof e impiegati

Scuola, 1,2 milioni di test sierologici a prof e impiegati
Scuola, 1,2 milioni di test sierologici a prof e impiegati
di Simone Canettieri e Mauro Evangelisti e Alberto Gentili
Martedì 23 Giugno 2020, 00:09 - Ultimo agg. 16:04
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ROMA Test sierologici a tappetto per 1,2 milioni di persone tra insegnanti e personale tecnico-amministrativo. La possibilità di fornire fino a 2 milioni di mascherine al giorno al personale docente e non docente, per arrivare a 10 milioni di protezioni - sempre giornaliere - per i ragazzi. E poi in classe: addio compagno di banco. Il tavolo sarà singolo e ben distanziato. L’ipotesi plexiglass, invece, è sfumata.

Di questi provvedimenti hanno parlato ieri gli scienziati del comitato tecnico scientifico, il premier Giuseppe Conte e i ministri Francesco Boccia (Attività regionali) e Roberto Speranza.

Il vertice - a cui ha partecipato anche il commissario straordinario Domenico Arcuri - si è svolto a margine della cerimonia di consegna degli attestati per i volontari, protagonisti della Fase 1, nella sede della Protezione civile. L’incontro si è concluso con «aggiorniamoci tra pochi giorni». Perché questa settimana sarà quella decisiva per il futuro della scuola. Entro giovedì infatti saranno note anche le linee guida del ministero dell’Istruzione, frutto della sintesi del comitato scientifico con Lucia Azzolina

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LA SVOLTA
Da quanto risulta a Il Messaggero il governo è intenzionato a ripetere, su scala nazionale, l’esperienza del Lazio. Dove il governatore Nicola Zingaretti ha già lanciato, in vista della ripresa delle lezioni, la campagna “Scuola sicura” che prevede l’indagine sierologica su tutti i protagonisti del settore: insegnanti e personale tecnico-amministrativo. 
L’iniziativa scatterà tra fine agosto e i primi di settembre. E sembra destinata ad allargarsi a tutto il Paese. Uno screening che fa il paio con quello già effettuato nel Lazio su 100mila persone tra forze dell’ordine e personale sanitario.

L’intenzione manifestata ieri dal premier Conte va in questa direzione: test per tutti, eccetto che per gli studenti. Sempre da quanto trapela, per mettere in sicurezza le aule e i plessi e anche per acquistare i materiali, l’esecutivo sta pensando di andare in deroga al codice degli appalti. Si useranno, dunque, i poteri commissariali, già impiegati nel mondo della sanità. Al momento, però, nessuno fa riferimento a un commissario ad hoc per la scuola. 
Inoltre, come già stabilito dall’ultimo decreto saranno i sindaci e i presidenti di provincia ad attuare gli interventi.
Questione di giorni, comunque, e il quadro sarà più chiaro. Giovedì ci saranno le linee guida del ministero, scritte con gli enti locali e tutti gli attori coinvolti. A questo documento saranno allegate anche le indicazioni del comitato tecnico scientifico. La parola d’ordine sarà distanziamento fisico, le mascherine saranno obbligatorie in aula per insegnati e studenti (dai 6 anni in su).

LA RIAPERTURA
La campanella per la scuola italiana suonerà il 14 settembre (anche se la Campania e la Liguria hanno espresso dubbi sulla data, legandoli alle elezioni regionali). Ma già dal 1° settembre gli edifici saranno già operativi per permettere le lezioni individuali ai ragazzi che hanno chiuso l’anno con insufficienze.

Nel frattempo la comunità scientifica si divide ancora sul Covid-19. Non convincono pienamente virologi e immunologi le nuove linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) sulla certificazione della guarigione da corovirus, in base alle quali non sono più necessari 2 tamponi negativi a distanza di 24 ore e bastano 3 giorni senza sintomi. In molti, tra i quali Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute, invitano infatti alla prudenza ed a mantenere almeno per il momento il doppio tampone. Anche perché, fanno presente vari esperti, l’indicazione dell’Oms è generale e si riferisce pure a Paesi il cui sistema sanitario più debole non può garantire questo esame.

 

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