l Veneto sceglie i molecolari, mentre Campania e Lombardia stanno valutando se adottare questa strada, altre Regioni potrebbero invece preferire i test antigenici rapidi: alle porte della riapertura delle scuole le Regioni hanno la facoltà di decidere in piena autonomia la strategia da adottare per individuare e bloccare sul nascere eventuali focolai, ma secondo alcuni esperti è fondamentale fare i conti con l'affidabilità e l'efficienza.
Molecolari, salivari, antigenici: Regioni in ordine sparso
I test più affidabili restano quelli molecolari che utilizzano il prelievo con il tampone naso-faringeo. Il Veneto ha deciso in questa direzione, mentre la Lombardia sta valutando e la Campania sta valutando l'uso di strumenti miniaturizzati, che possono essere controllati da remoto e i cui dati vengono visualizzati in tempo reale. Un'altra opzione per le scuole sono i test salivari molecolari sono considerati decisamente attendibili: «Come indicano i dati finora pubblicati, la saliva è un'ottima matrice biologica per lo screening del virus SarsCov2», osserva il virologo Francesco Broccolo, dell'Università Bicocca di Milano e direttore del laboratorio Cerba di Milano.
L'esperto
«Nella saliva è possibile identificare il virus fin dagli stadi precocissimi dell'infezione, vale a dire che il virus è presente nella saliva anche nei primi sette giorni dal contagio nel 100% dei casi».
Le opzioni
Queste le opzioni per le Regioni, che oltre al tipo di test potranno scegliere in autonomia se fare gli screening nelle classi o delegarli alle famiglie. «Sono libere di scegliere ed è importante che scelgano con prudenza l'approccio di screening», osserva Broccolo. Il rischio, conclude, è di avere un'Italia divisa, con Regioni più virtuose, che utilizzeranno i test molecolari, e altre che si preferiranno i test antigenici rapidi, con il rischio di non riuscire a rilevare in tempo eventuali focolai di sfuggire al tracciamento«.