Billie Eilish, così il porno in rete segna a vita i bambini. E il lockdown ha aggravato la tendenza

La popstar 19enne ha rilanciato il tema: sempre più giovanissimi cadono in trappola

Billie Eilish, così il porno in rete segna a vita i bambini. E il lockdown ha aggravato la tendenza
Billie Eilish, così il porno in rete segna a vita i bambini. E il lockdown ha aggravato la tendenza
di Valentina Arcovio
Giovedì 16 Dicembre 2021, 22:09 - Ultimo agg. 17 Dicembre, 09:35
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Un giorno li vedi giocare con le bambole o le macchinine e poi, senza alcun preavviso, li ritrovi a smanettare sul web. Per molti genitori il primo pensiero è che a 11 o 12 anni sono troppo piccoli per curiosare maliziosamente su siti discutibili. Troppo piccoli per cercare e trovare immagini e video porno. Ma la verità è che sono i contenuti pornografici a trovare loro. Li incuriosiscono, li attirano e quando cadono nella trappola li «violentano», compromettendo il loro primo approccio alla sessualità. 

Il sesso insegnato da video brevi e crudi, per molti versi irrealistici, possono stravolgere completamente il rapporto che si ha con il proprio corpo e quello che si avrà con i futuri partner. Il tema, che non viene trattato spesso, è tornato alla ribalta dopo la confessione della pop star americana Billie Eilish: «Ho iniziato a vedere video porno ad undici anni - ha detto in una intervista radiofonica - mi hanno distrutto il cervello». «Pensavo fosse così che si impara a fare sesso», ha poi aggiunto la 19enne , che ha definito i contenuti hard «violenti» e «degradanti per il corpo femminile».

La pandemia, poi, non ha fatto altro che anticipare ed esacerbare questo approccio traumatico al sesso.

Uno studio condotto dalla Fondazione Foresta Onlus di Padova su più di 5.000 giovani che frequentano le quinte superiori del Veneto, della Campania e della Puglia, ha constatato un aumento della visione di filmati pornografici tra le ragazze e, probabilmente di conseguenza, una maggiore incertezza sul proprio orientamento sessuale.

 

NUOVE ABITUDINI

Il lockdown e in generale il distanziamento sociale ha cambiato le abitudini di vita e, secondo i ricercatori, ha indotto i giovani a riscoprire la propria sessualità su Internet: più del doppio ora si affida a siti di incontri, mentre la pornografia emerge fortemente come una nuova abitudine nelle ragazze. Infatti, più del 30% ha dichiarato di collegarsi abitualmente a siti pornografici, rispetto a solo il 15% del 2018-2019 e un aumento parallelo dell’autoerotismo. Nei ragazzi invece la frequenza di collegamento a siti pornografici era già molto evidente negli anni passati (89%). L’approdo sul web della sessualità tra i giovani ha portato entrambi i sessi a praticare molto più sexting e cybersex, che sono raddoppiati. 

Di contro, il massiccio utilizzo di Internet anche per la scoperta della propria sessualità è sfociato in una maggior frequenza di atti di cyberbullismo, che interessano in quest’ultimo anno più del 40% delle ragazze e il 25% dei ragazzi. L’insieme di tutti questi cambiamenti, secondo i ricercatori, ha reso i giovani molto più fragili. «La pandemia ha cancellato una parte importante nella socialità dei ragazzi», spiega Carlo Foresta, alla guida della Fondazione Foresta Onlus di Padova. «Diventa più difficile conoscere i coetanei, innamorarsi e sperimentare la sessualità, che si è riversata quindi nell’unico strumento di socialità a loro disposizione: Internet. Qui però i rischi derivanti dalla condivisione della propria intimità sul web aumentano, come dimostrato dall’altissima percentuale di atti di cyberbullismo». 

Non è un problema italiano, ma globale. Uno studio recentemente promosso dal Governo britannico ha rilevato che l’esposizione al contenuto pornografico avviene prima dei 13 anni per il 67% dei ragazzi e il 36% delle ragazze. Si stima che a livello globale il 30% dei bambini fra gli 11 e i 12 anni fruisca di pornografia online. «I numeri sono impressionanti anche in Italia», spiega Antonella Elena Rossi, psicopedagogista comandata Miur. 

 

 

NUMERI IN AUMENTO

In Italia si stima che il 44% dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni naviga nei siti porno. «Dal 2005 a oggi il numero di adolescenti che possiamo considerare utenti abituali è raddoppiato», aggiunge. «Allo stesso tempo i siti porno stanno crescendo in maniera esponenziale: ogni anno vengono aperti circa 150 milioni nuovi. L’età media in cui si inizia a visitarli - continua - va dagli 8 agli 11 anni, anche se vi accedono più spesso i ragazzi della fascia d’età 12-17 anni».

Un approccio così precoce e deviato alla sessualità può avere effetti devastanti. «Nel sito hard - dice Rossi - la sessualità è vista in maniera solitaria. E dall’autoerotismo si passa alla compulsione che porta i ragazzi a chiudersi in un mondo fatto da desideri immediatamente soddisfatti con il proprio corpo. In questo modo decade qualunque relazione sociale e amorosa perché il rapporto con il sito porno e l’autoerotismo diventa semplice, facile e immediato». Il piacere virtuale supera e fagocita quello del mondo reale. «Il corpo diventa uno strumento per la soddisfazione di un piacere istintuale e non un veicolo di emozioni. Questo, a sua volta, può portare alla dipendenza - conclude Rossi - e all’incapacità di instaurare relazioni che non siano sterili e vuote». 

 

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