Facebook e Instagram, la spunta blu si pagherà: la svolta di Meta, ecco quanto costerà

Dopo l’introduzione dell’abbonamento su Twitter per gli utenti verificati, anche Facebook e Instagram preparano un canone per gli account “vip” in cambio di sicurezza e visibilità

Facebook e Instagram, la spunta blu si pagherà: la svolta di Meta, ecco quanto costerà
Facebook e Instagram, la spunta blu si pagherà: la svolta di Meta, ecco quanto costerà
di Raffaele D'Ettore
Domenica 26 Febbraio 2023, 21:48 - Ultimo agg. 21:49
4 Minuti di Lettura

Inizia l’era dei social a pagamento. Elon Musk ha tastato il terreno lo scorso novembre, presentando al mondo – tra non poche polemiche e incertezze gestionali – Twitter Blue, il modello a sottoscrizione mensile della nota piattaforma di micro-blogging. E adesso anche Mark Zuckerberg è pronto a gettarsi nella mischia: con un post pubblicato sul suo blog personale la scorsa settimana, il ceo ha dato luce verde al programma “Meta Verified”, il nuovo business model dei social targati Menlo Park che, a fronte di un abbonamento mensile, consentirà di avere la spunta blu di verifica. L’iniziativa è debuttata venerdì scorso in Australia e Nuova Zelanda e verrà presto estesa al resto del mondo. 

I COSTI

Il prezzo per avere la famosa spunta blu (che identifica in modo univoco i profili di personaggi pubblici, aziende e influencer) andrà dagli 11,99 dollari al mese su pc e Android, fino ai 14,99 dollari mensili su iOs. Oltre al badge, il servizio consentirà di dare maggiore visibilità all’account, offrendo anche uno strato di protezione extra contro i furti di identità e una corsia preferenziale per l’assistenza clienti. Si chiude così il lungo percorso iniziato nel 2013 con LinkedIn Premium (che consente di inviare messaggi diretti a tutti gli account, non solo a quelli con cui siamo collegati) e intrapreso poi nel 2018 da Google con YouTube Premium (niente pubblicità e possibilità di scaricare i video sui nostri device) fino ad approdare su Twitter lo scorso novembre. Come sta andando sul social di Musk? Non benissimo, perché sembra che oggi siano davvero in pochi a voler pagare per avere la spunta: a gennaio 2023 sono 290mila gli account verificati sui circa 350 milioni di utenti mensili attivi, meno dello 0,1 percento. Un risultato lontano anni luce non solo dai target di bilancio (la manovra ha portato poco più di due milioni di dollari alle casse di Twitter, ne servono 4 solo per sanare il deficit giornaliero) ma anche dall’obiettivo dichiarato di 69 milioni di account con badge entro il 2025. Certo, non ha aiutato il lancio disastroso della nuova gestione, compressa tra licenziamenti, ripensamenti (Musk ha dovuto ritirare Blue a metà novembre dopo che un’ondata di fake aveva preso d’assalto la piattaforma, per rilanciarlo poi in sordina i primi di dicembre) e spunte di tutti i colori dove diventa sempre più complicato capire chi sta pagando per cosa.

INTROITI

Meta ci riprova, puntando ai 12 milioni di iscritti verificati entro il 2024 per un introito stimato di 1,7 miliardi di dollari. Un programma “elitario” per design, destinato già d’impostazione ad una esigua minoranza degli oltre 3 miliardi di utenti della galassia Zuckerberg. Ma servirà più di un badge per cementare una simile fetta di utenza, perché quando si parla di social a pagamento c’è un punto su cui utenti ed esperti concordano: il modello può funzionare solo se propone un’esperienza radicalmente diversa - e idealmente più accattivante - di quanto visto finora. I primi segnali però non convincono, perché a ben vedere la vera novità di questo business model è che la sicurezza sta per diventare un lusso per pochi. Già la scorsa settimana Musk ha annunciato che l’autenticazione a due fattori diventerà un’esclusiva di Blue. Meta invece promette funzionalità di sicurezza di base per tutti gli utenti, ma chi paga avrà un livello di protezione extra contro i furti di identità perché l’azienda monitorerà attivamente gli account interessati.

IL PREMIO

Altra novità è che chi pagherà, sia su Blue che su Meta Verified, verrà premiato dall’algoritmo con una maggiore visibilità. Il ché significa aprire le nostre bacheche a contenuti di terze parti sempre più standardizzati e dall’impronta pubblicitaria sempre più marcata e aggressiva. Nella speranza poi che quegli account non risultino fittizi. Su Twitter il problema persiste, e ancora oggi chiunque - anche i fake - può avere la spunta semplicemente pagando 8 dollari al mese. Meta promette di metterci una toppa chiedendo agli iscritti un documento d’identità (che certifichi tra l’altro la maggiore età necessaria per avere un account verificato), ma resta da vedere quali sistemi di controllo verranno implementati e quanto sarà difficile aggirarli. Il 2022 si è chiuso nel peggiore dei modi per Zuckerberg: la sua azienda non solo ha presentato il primo bilancio in flessione della sua storia ma ha contestualmente avviato una campagna di licenziamenti senza precedenti. E il sospetto è che adesso gli utenti, più che per la spunta blu, dovranno pagare per dare ossigeno a un’azienda che punta tutto sul futuro per non pensare al presente, congelata nell’attesa di un metaverso che sembra non arrivare mai.

© RIPRODUZIONE RISERVATA