Scopre con il metal detector una moneta d'oro di re Enrico III: vale 480mila euro

foto crediti Spink Auctioneers di Londra
foto crediti Spink Auctioneers di Londra
di Laura Larcan
Lunedì 17 Gennaio 2022, 11:05 - Ultimo agg. 18 Gennaio, 06:16
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Una passeggiata in un campo agricolo, il “fido” metal detector dai sensori più sofisticati di una cane da tartufo, la passione per l’archeologia e un pizzico di fortuna che non guasta mai e che può fare la differenza. Et voilà, ecco che in un terreno ancora poco coltivato nella zona di Hemyock, nel Devon, in Inghilterra, un insediamento medievale famoso per il suo castello, un ricercatore amatoriale ha intercettato un piccolo grande tesoro: una moneta d’oro zecchino molto particolare. Risale al 1257 e reca il ritratto del re Enrico III seduto in trono. Secondo gli studiosi è la «prima moneta d’oro in assoluto coniata in Inghilterra. E mostra il primo “vero” ritratto di un re inglese sul proprio trono». Potrebbe valere ben 400mila sterline, pari a quasi 480mila euro.

La notizia, che sta collezionando titoli sui principali media britannici, è stata lanciata in modo dettagliato dal DailyMail.

La scoperta della moneta (che ha un diametro di oltre due centimetri e mezzo), risale allo scorso settembre 2021, ma è stata divulgata solo ora. Anche perché il fortunato scopritore (rimasto nell’anonimato) non aveva ben capito la portata di quel manufatto incredibilmente raro, fino a quando non ne ha pubblicato una foto su Facebook ed è stato notato da uno specialista presso lo Spink Auctioneers di Londra. Ed ecco che è partita la macchina istituzionale. «Ho registrato il ritrovamento con il British Museum - racconta - dove è stato stabilito che fosse solo l’ottavo esistente».

LO STUDIO

Dopo studi e restauri, si è potuto verificare che la moneta del re Enrico III è stata coniata nel XIII secolo da Guglielmo di Gloucester con oro importato dal Nord Africa. E' stimata in un penny dell’epoca. E conserverebbe il primo “vero” ritratto di un re inglese sul suo trono dai tempi di Guglielmo il Conquistatore. Il re appare barbuto e con la corona in testa. Alle sue spalle, una lunga croce, rose e palline. Nell’immagine, si allude anche alla messa in opera del famoso pavimento “cosmatesco” dell’Abbazia di Westminster di cui fu il committente.

CHI E' ENRICO III

Re Enrico III era figlio del re Giovanni e regnò dal 1216 al 1272, segnando uno dei regni più lunghi della storia inglese. Era noto per la sua devozione religiosa e le spese sontuose: porta la sua firma la ricostruzione del Palazzo di Westminster e del Castello di Windsor. I penny d’oro risentono molto del suo progetto economico di monetizzazione. Come riporta il DailyMail, lo specialista di Spink Gregory Edmond commenta che «Come esperimento economico, il penny d’oro di Enrico III è stato a lungo considerato l’abietto fallimento di un re indebolito e persino in bancarotta. Eppure non solo l’avvento di una moneta d’oro nuova di zecca è stata sismica nel paesaggio domestico medievale, ma mostra anche l’influenza diretta sulla vita quotidiana delle rotte commerciali internazionali dal Medio Oriente e dal Nord Africa ricchi di oro e spezie». Gli storici sottolineano come dopo la morte di Enrico III le sue monete d’oro vennero decretate fuori circolazione e fuse. Gli unici esempi sopravvissuti si trovano al British Museum di Londra, al Fitzwilliam Museum di Cambridge e in collezioni private.

I PARTICOLARI DEL RITRATTO

La moneta del Devon diventa un tassello essenziale per il suo incredibile stato di conservazione. Dal punto di vista artistico, segna quasi una rivoluzione nella ritrattistica del Enrico III che sceglie di essere rappresentato come il patrono originale d’Inghilterra, Sant’Edoardo il Confessore. Nel dettaglio, il re appare in trono, seduto in cima a un selciato a tratteggio incrociato, presumibilmente una primissima allusione al famoso grande pavimento cosmatesco dell’Abbazia di Westminster, concepito nel 1259 e posato nel 1268. La moneta d’oro di Enrico III del Devon è anche la prima nuova scoperta del suo tipo registrata in quasi 260 anni. E lo scopritore si augura ora che la ricompensa serva al futuro dei propri figli. Il lascito di Enrico III, ça va sans dire.

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