«Restituite la Stele di Rosetta all’Egitto». Chissà, Cesare e persino Marco Antonio sarebbero stati d’accordo con questo appello visto la loro fascinazione per Cleopatra. Fatto sta che la richiesta al British Museum di Londra, che possiede il famosissimo reperto dal 1802, è partita da più di 2500 archeologi di ogni parte del mondo. Gli studiosi hanno infatti sposato e firmato una petizione lanciata dal noto archeologo egiziano Zahi Hawass per sollecitare il primo ministro egiziano Mostafa Madbouly a richiedere formalmente al governo britannico la restituzione del prezioso reperto. Insieme alla Stele di Rosetta, puntano a far rimpatriare anche altri sedici manufatti che, secondo la petizione, furono esportati «illegalmente e in modo non etico» dall’antico paese dei faraoni.
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Stele di Rosetta, cosa è successo
L’impresa è ardua. Il tema della “restituzione” ha visto già coinvolto il British Museum con pratiche cadute nel vuoto perché le «procedure restano arenate in una formula giuridica di manifesta inconsistenza della richiesta».
Ora i riflettori tornano ad accendersi su un tesoro del British Museum. La Stele di Rosetta è un reperto archeologico di importanza strategica, di cui parlano tutti i manuali scolastici di storia. E’ una è una lastra di granito alta fino a 114 centimetri del peso di circa 760 chili, e risale ad almeno 2200 anni fa. La sua importanza storica sta nel testi inciso sopra, una sorta di “testo a fronte”, con il geroglifico, la scrittura demotica dell’Antico Egitto, e il greco antico. Questo ha consentito di fare luce, interpretare e tradurre la scrittura egiziana. Fu scoperta nel 1799 durante la campagna di Napoleone in Egitto. Le truppe del Bonaparte si imbatterono in questo reperto mentre costruivano un forte vicino alla città di Rashid, o Rosetta appunto. L’oggetto fu poi acquisito dal British Museum nel 1802 dalla Francia, in base a un trattato firmato durante le guerre napoleoniche. Può essere davvero considerata oggi come una delle vere star delle collezioni del British Museum.
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Stele di Rosetta, il caso dei marmi del Partenone
Non sarà un’impresa semplice. Basti pensare che il neoeletto primo ministro britannico Liz Truss ha recentemente dichiarato di non essere favorevole alla restituzione dei marmi del Partenone alla Grecia. Figuriamoci per la Stele di Rosetta. Il British Museum, da parte sua, precisa che «non c’è mai stata una richiesta formale da parte del governo egiziano per la restituzione della stele».
L'Italia
Al momento, solo l’Italia (e la Sicilia in prima linea) ha messo a segno un atto etico e coraggioso, restituendo al Museo dell’Acropoli di Atene, il suo unico frammento di Partenone presente per quasi due secoli nella collezione del Museo Salinas di Palermo. Si tratta del famoso Frammento “Fagan”, la lastra marmorea scolpita a rilievo con l’immagine del piede di Artemide, la Dea della Caccia, seduta in trono, originaria del fregio del Partenone. Chapeau. L’impresa della Stele di Rosetta, insomma, non è facile, con buona pace di Cesare e Marco Antonio. Certo, se si aprisse una breccia nella richiesta, allora ci metteremmo in coda anche noi, richiedendo la Gioconda di Leonardo al Louvre.
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