Dopo aver visto l’intervista di Francesca De André, figlia dell’ex Cristiano, in quest'ultima confessava di essere finita in orfanotrofio, Alba Parietti ha scritto una lunga lettera indirizzata al cantante dal suo profilo Facebook.
«Oggi vedendo l'intervista di Francesca ho provato vergogna e dispiacere. Le cose di cui lei parla le sapevo, i comportamenti di suo padre nei confronti dei figli li ho sempre saputi, ero al corrente di tutto, dai loro disperati racconti da ciò che avevo visto, ne sono stata sempre cosciente, ma anche io ho chiuso un occhio, e ho pensato stupidamente, che anche lui, povera vittima a sua volta, aveva subito e sofferto e che con me sarebbe stato diverso, come tutte le donne che amano, che compatiscono proteggono il loro aguzzino, ho pensato che con me sarebbe stato un uomo , che lo avrei aiutato a essere consapevole dei suoi tragici errori, da quello che oggi ho visto descrivere».
«E quello che ne è venuto fuori è quello che è - prosegue la Parietti - Nonostante abbia spesso provato tenerezza, per la sua disperata incapacità di amare gli altri e rispettare per primo se stesso. Sono stata sua complice nello sdoganarlo, nel coprire, nel giustificare, come sempre hanno fatto tutti, i suoi comportamenti, inaccettabili, che non sono mai cambiati mai migliorati, senza consapevolezza senza dispiacere per il male fatto e pentimento. Ho provato ad affrontarlo, a dirgli la verità su come si comportava. A fargli da coscienza da specchio, da altre ego ,a riportarlo alla realtà e sono stata allontanata. Esclusa come un'appestata. Con cattiveria e volontà di mortificarmi. Lui non ha mai chiesto scusa a nessuno per il male che ha sempre fatto a tutti o detto un grazie per l'aiuto ricevuto. Per nessuno. Zero rispetto per se e per gli altri. Totalmente concentrato su un progetto autodistruttivo che coinvolgeva chiunque gli stesse vicino. Francesca ha rotto la catena, ha rotto l'incantesimo del silenzio su una storia di cui tutti siamo consapevoli, tutti, di atteggiamenti che nessuno deve più giustificare per compatimento , perché producono altro dolore e altre vittime come di questo silenzio. Si deve rompere la catena e non coprire non giustificare l'orrore che si riproduce a effetto domino».
«Basta giustificare uomini che offendono, mortificano usano violenza psicologica e fisica su figli , mogli amiche , amici, donne magari deboli - si legge ancora - Basta giustificare l'orrore nasconderlo, occultarlo come spazzatura sotto un bel tappeto. Bisogna avere il coraggio di dire la verità' di liberarsi di scomodi e comodi fantasmi. Di distruggere il passato e rialaborarlo per potere guardare il presente con orgoglio dignità e distacco dal dolore prima di tutto.