Fabrizio Corona choc: «Morirò ammazzato, hanno già cercato di uccidermi. Belen e Nina Moric? Mai amate»

Fabrizio Corona choc: «Morirò ammazzato, hanno già cercato di uccidermi. Belen e Nina Moric? Mai amate»
Fabrizio Corona choc: «Morirò ammazzato, hanno già cercato di uccidermi. Belen e Nina Moric? Mai amate»
Sabato 14 Novembre 2020, 12:07 - Ultimo agg. 13:55
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«Penso che morirò ammazzato». Ne è convinto Fabrizio Corona, che racconta di essere già sopravvissuto a due tentativi di omicidio. L'ex re dei paparazzi, che parla di queste vicende nell'autobiografia “Come ho inventato l’Italia”, racconta in un'intervista al Corriere della Sera, a firma di Candida Morvillo, un episodio in particolare, ma anche il suo passato da macchina per fare soldi e gli anni vissuti in carcere. E sulle sue ex Belen Rodriguez e Nina Moric ammette: «Non le ho mai amate».   

È un'intervista in cui il filo conduttore è l'autosabotaggio unito alla forza con cui ha sempre pilotato la sua vita e che lo spinge ad autodefinirsi Dio. Riguardo a uno dei tentativi di omicidio, Corona spiega di averla scampata e che non ha mai denunciato nessuno. «C’era un mio cliente nipote di un potente molto celebre nella storia d’Italia - esordisce prima di fornire qualche dettaglio - che mi fa causa: secondo lui, gli dovevo dei soldi.

Ma la regola della malavita è che, se fai causa, non puoi mandare il recupero crediti. Se hai messo le carte in mano alla madama  (alla polizia) non puoi mandare il balordo a pestare il debitore: se no, la madama fa due più due. Non puoi stare col male e col bene. Chiaro?». 

E continua: «Arrivano in ufficio due albanesi. Uno dice: Corona, hai un problema con xx, vedi di dargli i soldi immediatamente. E io: ah sì? Usciamo e vediamo. Scendo, il mio autista mi segue e scatta la rissa. Accorrono baristi, tabaccai, gli albanesi scappano. Dopo un po’, un tale mi dice che c’è uno pesante di una famiglia balorda che mi vuole parlare. Era grossissimo e sul cucuzzolo della testa rasata aveva tatuata la sigla Acab: all cops are bastards, tutti i poliziotti sono bastardi. Mi dice: sono venuti due albanesi per comprare una pistola e noi, prima di vendere una pistola, vogliamo sapere a che servirà». L'arma sarebbe servita, a detta di Corona, per gambizzarlo. 

Dinamiche note nel mondo criminale, ma Corona precisa: «Non sono mai stato un criminale, sono un furbo navigato che non fatto male alla povera gente, ma ha sfruttato e fregato un sistema già di per sé corrotto... Ho fatto sei anni di carcere, anche in quelli di criminali efferati, gente di cui ho dovuto essere amico per salvare la pelle e che, quando escono, sanno dove trovarmi. Ora, magari arrivano e dicono: prestami diecimila euro. E io: ‘sto cavolo. Poi, dai domiciliari, esco per andare allo Smi, un centro di recupero di esecuzione penale, e lì ci sono altri criminali, che pure vogliono favori. Prima, davo retta, ora, fingo di non sentire, li mando a quel paese. E questa è gente che se la prende. Tanti mi vorrebbero morto». 

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Il titolo dell'autobiografia denota, come fa notare l'intervistatrice, un po' di presunzione: «Ho vissuto dall’interno tutto quello che ha segnato questo Paese: la moda, Tangentopoli, il berlusconismo… Ora, immagino d’aver creato questo mondo a mia immagine e somiglianza, perché l’ho strumentalizzato, ci ho guadagnato e l’ho colpito da anarchico. Il mio obiettivo era entrarci per distruggerlo, perché mio padre, da quel mondo, è stato sconfitto e io l’ho voluto vendicare». Il padre, racconta, è morto a 59 anni dopo essere stato estromesso dal sistema per averne denunciato la corruzione e aver rifiutato di schierarsi. «Era un grande giornalista, un signore... non ha più potuto lavorare».

Questa vicenda familiare lo ha spinto a essere quello che è: un uomo ossessionato dal denaro pronto a sfruttare gli amori e il figlio pur di accumulare copertine. Nonostante le difficoltà, spiega, continua «ad andare in tv e fare cinque punti di share. Se non fossi ai domiciliari, sarei ancora il più richiesto nei locali. Se tornassi a fare Fabrizio Corona sarei ancora un uomo da tre milioni di euro l’anno».

E sul figlio dichiara: «All'inizio era un progetto editoriale. A quei tempi, non esistevano i social, però c’era la copertina, la sfilata col pancione, l’esclusiva del parto… Oggi, il 99 per cento degli influencer ha figli come progetto editoriale. Fedez e Ferragni coi figli aumentano le visualizzazioni, vendono emozioni, monetizzano... Sono progetti anche gli amori. Confondi le cose. Ti innamori degli altri che si innamorano della tua storia. Io, più Belén Rodriguez o Nina Moric diventavano famose, più le amavo. Ma ora so che non era vero amore».  

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