Marco Carta, nozze con Sirio: «Poi un figlio con l'utero in affitto o l'adozione»

Marco Carta pronto per le nozze con Sirio: «Poi un figlio con l'utero in affitto o l'adozione»
Marco Carta pronto per le nozze con Sirio: «Poi un figlio con l'utero in affitto o l'adozione»
Mercoledì 26 Maggio 2021, 15:12
3 Minuti di Lettura

Marco Carta, legato sentimentalmente al fidanzato Sirio da sette anni, si dice pronto per il matrimonio e per un figlio. Il cantante ha espresso il suo desiderio di sposare il suo compagno e diventare padre tramite utero in affitto o adozione. Intanto dal punto di vista professionale è tornato con il singolo "Mala Suerte". Il coming out dell'ex vincitore di Amici e di Sanremo risale al 2018 nel salotto di Barbara D'Urso. 

Marco Carta pronto per le nozze

 

Intervistato da Vanity Fair, Marco Carta ha ricordato come sia stato difficile nascondere la sua omosessualità quando è diventato popolare.

Voleva condividere con i fan la sua identità, ma non era semplice. Dopo il coming out è stato più facile e ora pensa al futuro: «Mi piacerebbe molto sposarmi, e di certo lo farò. Prima, però, vorrei si esaurisse l’emergenza sanitaria. Vorrei ricordarmi il giorno delle mie nozze per tutta la vita, festeggiare con gli amici e una serenità che sia vera e totalizzante».

Marco Carta pronto per un figlio

Marco Carta vorrebbe anche diventare padre. «Sì. Ne parlavo l’altro giorno con un amico. «Trovo triste che in Italia una coppia omosessuale non possa avere un figlio. L’utero in affitto è una pratica molto lontana dallo spirito ecclesiastico che ha l’italiano, e lo capisco. Però, ci sono migliaia di bambini che crescono senza genitori, in orfanotrofi. Mi chiedo perché non dar loro due papà. Trovo uno spreco che delle creature così piccole siano lasciate marcire in posti senza amore», spiega. Sull’adozione preclusa anche ai single aggiunge: «È tremendo. Io sono cresciuto senza un padre, e mia madre è morta che avevo dieci anni. Sono andato a vivere con i miei nonni, allora, e non mi è mai mancato l’amore. In istituto, ti danno da mangiare, ti danno da bere. Non ti danno amore. L’amore non si compra... Mi piacerebbe adottare e mi piacerebbe mettere al mondo un figlio con un utero in affitto, nome tremendo per questa pratica. Non la trovo disumana, se all’origine c’è l’atto consapevole e compassionevole di una donna, che decide di aiutare un amico, un familiare, un estraneo. Lo sfruttamento, quello e solo quello, è da condannare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA