Paolo Rossi, parla l'ex moglie Simonetta Rizzato: «Il nostro un amore da favola, ecco perché ci siamo lasciati»

Paolo Rossi, parla l'ex moglie Simonetta Rizzato: «Il nostro un amore da favola, ecco perché ci siamo lasciati»
Paolo Rossi, parla l'ex moglie Simonetta Rizzato: «Il nostro un amore da favola, ecco perché ci siamo lasciati»
Sabato 12 Dicembre 2020, 15:39
3 Minuti di Lettura

Paolo Rossi è stato sposato due volte. La prima moglie Simonetta Rizzato, dalla quale ha avuto il primogenito Alessandro, è intervenuta per parlare della loro storia d'amore e raccontare il motivo della separazione. «È stato un amore da favola, eravamo così giovani», ha dichiarato al Corriere della Sera. La mente va anche allo storico Mondiale in Spagna: «Durante il Mundial ero incinta, non andai temendo rischi per la gravidanza. Poi abbiamo preso strade diverse, io mi sono risposata e lui ha avuto Federica, una donna stupenda»



Negli anni Ottanta le immagini della coppia erano sui rotocalchi. «Quando l’ho conosciuto era il 1976, avevo 17 anni. Paolo era più grande di me di tre anni ed era appena arrivato a Vicenza. Era bravo ma non era ancora esploso, dal punto di vista sportivo. Ci presentarono alcuni amici comuni: eravamo piccoli, molto teneri...è stato un vero colpo di fulmine. Sono stati 18 anni d’amore».

 

Gli è stata accanto nel periodo più bello della sua vita. «Se ci ripenso, mi pareva di vivere una favola: Paolo è stato il primo amore, quel sentimento puro che si può vivere soltanto a quell’età.

Poi, siamo cresciuti e maturando siamo cambiati. Lui era spesso lontano per lavoro e alla fine, dopo tanti anni insieme, abbiamo deciso di lasciarci e prendere strade diverse...Nel suo cuore, la famiglia veniva prima di tutto e ora che se n’è andato mi lascia con un dolore immenso e con la consapevolezza di aver avuto il privilegio di passare la prima parte della mia vita con un uomo straordinario».

E ha condiviso con lui lo scandalo del calcioscommesse: «Lui non avrebbe mai venduto una partita. Non ne aveva bisogno, perché già guadagnava bene, ma soprattutto non era il tipo da accettare simili compromessi. Qualcuno lo avvicinò prima di una partita, ma lui non gli diede neppure retta. Alla giustizia sportiva bastò il solo fatto di non aver denunciato subito l’episodio per squalificarlo... La prese malissimo, perché sapeva di essere innocente. Si chiedeva cosa avrebbe pensato la gente: non come sportivo, ma come uomo. Un giorno mi confidò: “Lì fuori mi guardano e pensano che io sia una persona diversa da quella che ho sempre detto di essere”»

Simonetta ha visto Paolo per l'ultima volta il giorno prima che morisse: «Sono andata a trovarlo in ospedale a Siena e ci siamo detti addio... Resta l’immagine di un grande calciatore, di un bravo papà. E, soltanto per me, il ricordo di quel primo amore. Allegro, com’è allegra la memoria della giovinezza».

© RIPRODUZIONE RISERVATA