Theo Hernandez e Zoe Cristofoli: due cuori, cento tattoo e un'infanzia difficile in comune

Theo Hernandez e Zoe Cristofoli: due cuori, cento tattoo e un'infanzia difficile in comune
Theo Hernandez e Zoe Cristofoli: due cuori, cento tattoo e un'infanzia difficile in comune
di Luca Uccello
Sabato 13 Marzo 2021, 14:22
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Theo Hernandez e Zoe Cristofoli si sono conosciuti a cena, a Milano, ora vivono insieme sul lago di Como insieme a quattro cani. La prima volta che si sono incontrati non si sono parlati. Il giorno dopo Theo le ha scritto su Instagram. Lei non ha risposto subito. Ci ha messo due settimane prima di farlo. Poi una cena, un ballo «e ho portato a casa il risultato». Ride Theo mentre si racconta a SportWeek, in una doppia intervista, sicuro di aver fatto il gol più bello da quando ha scelto di venire in Italia, giocare per il Milan. Ora si amano. Amano anche i loro difetti. Zoe è gelosa. Tanto gelosa. Ma «se non lo fossi significherebbe che non m’importa niente di lui». Sono diversi ma uguali. «Come un cane e un gatto», racconta ridendo ancora Theo. Quando si potrà Theo vorrebbe portarla a cena, Zoe preferirebbe un aperitivo in centro. «A me non piace andare troppo in giro. Preferisco il relax». Motivo di presa in giro: «Ogni cosa lo stanca, a parte ballare il flamenco…».

Lui gioca 5, anche 6 ore alla Playstation con Brahim e i suoi amici di Madrid, lei lo aspetta a casa.

Quello è il momento più bello della sua giornata. Ma ci sono anche i momenti no, soprattutto per Theo, dopo una partita andata male. «Quando fa il matto spensierato, ride e scherza, io so che è tutto ok - racconta Zoe Cristofoli che in passato ha avuto un flirt anche con Fabrizio Corona - Se qualcosa non va, se qualcosa lo preoccupa si chiude, si allontana. Non mi parla, lui affronta tutto da solo». Poi basta un sorriso di Zoe «e mi passa tutto». E per amore Zoe ha imparato la regola del fuorigioco, segue le partite del Milan, fa il tifo per lui.

A SportWeek parlano anche di cosa sia la tristezza, la felicità ma anche l’orgoglio. Per Theo è «vincere al Milan, questo mi fa sentire orgoglioso». Anche Zoe vuole i suoi successi ma non solo: «Lui che vince al Milan e i miei passi in avanti. Ho lavorato tanto, ho fatto la baby-sitter, la cameriera, il meccanico di moto, il dj, alle volte senza speranza ma senza mai perderla e oggi sto raggiungendo tutto quello che sognavo di fare, piano piano».

Capitolo tatuaggi: insieme ne hanno un centinaio. «Lui si riempirebbe - risponde Zoe -  ma sua mamma lo uccide». Poi tocca a lui: «Il primo è stato per lei e mio fratello, il loro nome qui sul polso. Poi mia cugina e i nonni. Questi sono i più importanti. Qualcuno l’ho fatto perché bello, come la geisha che ho sulla schiena. La famiglia è importante per me, per tutti forse«. Tatuaggi in comune? Si, uno. In quello di Zoe c’è scritto: «Per te... 19».

Zoe ha iniziato a 15 anni, per ribellione. I suoi genitori si stavano separando e non accettava di non avere considerazione. «È stato un dispetto, poi è diventato un rituale, ora non ho più spazio. I miei tatuaggi sono Zoe, senza non sarei io. Il più importante è quello per mia mamma, il suo nome sulla spalla destra. Sono molto legata a lei, mio padre ha sbagliato tanto, poi col tempo l’ho perdonato. Ho fatto dei passi in avanti e lui li ha fatti verso di me. Se non li avesse fatti, sarebbe stato un rapporto finito. L’altro tattoo importante è per Ian, il mio cane».

Anche Theo non ha avuto un’infanzia facile, per niente. «I miei si sono separati che io ero piccolo, avevo 3-4 anni, non ricordo nulla. Mio padre non l’ho più visto e non voglio vederlo. Quando lasci due bambini con una mamma da sola e sparisci, non meriti neanche di essere pensato. Mia mamma è tutto per me. Io, lei, mio fratello, mio nipote Martin staremo insieme hasta la muerte, sino alla morte».

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