Anche i gusti di un maestro dell'erotismo come Tinto Brass cambiano. Se un sogno nel cassetto di qualche anno fa era quello di fare un film con la ministra Mariastella Gelmini ora, dice «mi piacerebbe tanto lavorare con Maria Elena Boschi». Questa l'opinione del regista veneziano che ha presentato stamani a Roma una mostra a lui dedicata, 'Uno sguardo libero', nel Complesso del Vittoriano.
Una sorta di riconoscimento - risarcimento istituzionale per un'artista sempre alla prese con la censura e con i tribunali. «Sono soddisfatto - dice Brass su sedia a rotelle ma lucidissimo - che finalmente venga portato a conoscenza di un pubblico vasto la mia attività di regista di cinema. Questa mostra fa vedere il mio modo di vedere la realtà in tutte le sue manifestazioni».
Un destino difficile per il regista de La chiave:«ho passato quasi più tempo nei tribunali che dietro la macchina da presa - ricorda Tinto - ventisei film su ventisette censurati, tutti tranne La Vacanza del 1971, premio della giuria al Lido». Certo, aggiunge:«Avrei avuto un destino diverso se non fossi nato in Italia con il Vaticano, non a caso molti film li ho girati a Londra dove c'era un ambiente più corrispondente alle mie esigenze».
Problemi poi con Alba Parietti:«venne a casa mia più volte a cena per discutere sul film Il macellaio (poi fatto dalla soubrette con Aurelio Grimaldi). Sembrava che tutto andasse bene, poi mi telefonava e mi diceva che ci aveva ripensato. Alla fine mi sono rotto le scatole». Mai invece, da parte del regista 82enne, il desiderio di praticare l'analisi. «Non pensare di curarmi delle mie ossessioni che sono anche le mie benedizioni» replica al posto di Brass, Caterina Varzi, curatrice della mostra (insieme con Andrea De Stefani), e attuale compagna e 'musa' del regista«.
In mostra al Vittoriano inediti, sceneggiature, bozzetti di scenografie, costumi, manifesti, foto di scena (di Gianfranco Salis, soprattutto) e filmati. E ancora lo storyboard di Guido Crepax per il film Col cuore in gola. A introdurre l'incontro stampa stamani al Vittoriano l'avvocato Michele Lo Foco che non manca di scherzare sul suo ruolo di moderatore:» non è un caso che ci sia io. Tinto ha passato più tempo nei tribunali che dietro la macchina da presa«.
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