È guerra degli infradito: la multinazionale contro le «Awaiassas made in Naples»

Due modelli di Awaiassas, versione napoletana delle Havaianas
Due modelli di Awaiassas, versione napoletana delle Havaianas
di Gennaro Morra
Mercoledì 20 Novembre 2019, 09:30 - Ultimo agg. 11:24
3 Minuti di Lettura
Nei prossimi mesi potrebbe scoppiare la guerra commerciale degli infradito. Infatti, la multinazionale che produce le calzature più famose del mondo, sinonimo di libertà e comodità, ma soprattutto di estate, le popolarissime Havaianas, potrebbe citare in giudizio l’avvocato Sergio Pisani, che nelle ultime settimane ha registrato all’ufficio brevetti il marchio Awaiassas made in Naples, versione partenopea delle scarpe da spiaggia nate in Brasile 57 anni fa. L’assonanza del nome e la somiglianza dei prototipi di modelli non ancora commercializzati ha indotto la Alpagates SA (azienda del gruppo brasiliano J&F che detiene il 14 per cento delle azioni del marchio, mentre l’altro 86 due anni fa è stato venduto per un miliardo d’euro a una cordata multinazionale) a inviare una diffida, chiedendo il blocco della produzione. Ma Pisani promette battaglia, rivendicando il diritto di tenere un nome che deriva etimologicamente da un termine antico della lingua napoletana.

 LEGGI ANCHE «Sfoglia babà», che lite sul brevetto

«Volevo omaggiare la parola “vaiassa”, che in napoletano vuol dire “serva” e realizzare qualcosa che la ricordasse – ha spiegato il professionista, intervenendo telefonicamente a “La Radiazza”, trasmissione in onda su Radio Marte –. Così ho pensato agli infradito, una calzatura tipica degli strati sociali più bassi e ho registrato il marchio, aggiungendo la “a” all’inizio, che sarebbe il nostro articolo, e la “s” finale, mutuando il plurale inglese, visto che le vaiasse sono due. Lì mi sono accorto dell’assonanza con le Havaianas e allora è stata sostituita la “v” con la “w” per differenziarsi dal brand brasiliano. Inoltre è stata aggiunta la scritta “made in Naples” proprio per evitare che si potesse generare confusione».
 Alcuni modelli di Awaiassas

Sforzi inutili, visto che la multinazionale ha intimato di bloccare tutto: «Siamo disposti a cambiare solo lo stile del carattere del marchio, che effettivamente è uguale a quello usato dai brasiliani, ma il nome ce lo teniamo stretto – afferma ancora il legale, tra gli altri, di Diego Armando Maradona –. Come ho scritto nella risposta alla diffida, il termine “vaiassa” compare già in un poema, “La vajasseide”, scritto nel 1600 da Giulio Cesare Cortese, quindi è del tutto legittimo il suo uso».
 
Difficilmente l’azienda brasiliana si accontenterà delle motivazioni addotte da Pisani, perciò è molto probabile che si assisterà a una lunga battaglia combattuta a colpi di carte bollate e sentenze. E pensare che quando nel 1962 l’azienda di Sâo Paulo s’inventò le Havaianas, s’ispirò allo Zori, una tradizionale calzatura giapponese, mentre il nome è la traduzione in portoghese di “hawaiani”. Ma allora nessuno protestò per quelle due “citazioni” e in quasi 60 anni il business è cresciuto prepotentemente, tanto che si stima che ogni anno nel mondo se ne vendano 200 milioni di paia. Un giro d’affari enorme che difficilmente potrebbe essere scalfito dall’entrata in commercio della versione “napulegna”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA