«Io volevo essere eterna», Anna Marchitelli firma la biografia di Krizia

«Io volevo essere eterna», Anna Marchitelli firma la biografia di Krizia
di Giovanni Chianelli
Martedì 27 Luglio 2021, 11:30
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Metà anni ’90. Davanti al pool di giudici dell’inchiesta “Mani pulite” finiscono tutti: politici, imprenditori, forze dell’ordine, persino un giudice. E una stilista, Krizia. L’accusa è quella di aver versato tangenti alla Guardia di finanza. Lei non ci sta. Rifiuta di patteggiare, sa di essere innocente. Nel ’98 la giustizia le dà ragione, è assolta con formula piena.

È la stessa donna caparbia, determinata, di quando era giovane. Mariuccia Mandelli già da adolescente sente una chiamata, non sa ancora precisamente verso cosa, anche se il piacere di tagliare e cucire gli abiti presso la sartoria di una conoscente uno spunto glielo offre; lascia le certezze, quelle che l’avrebbero spedita verso il ruolo classico della donna italiana: casa, lavoro, famiglia.

Un marito e i figli da crescere, il lavoro di insegnante da portare avanti, così, senza particolari ambizioni. Invece no, non ci sta a questo destino come 50 anni dopo si ostinerà a proclamarsi pulita al cospetto dei magistrati.

Il percorso descritto con penna delicata e appassionata dalla giornalista e scrittrice napoletana Anna Marchitelli in “Io volevo essere eterna. Krizia. Una biografia d'amore” (Edizioni Clichy, 17 euro) è la parabola di un’illuminazione che porta una ragazza bergamasca di discreta famiglia, verso la metà del secolo - in un’Italia che si stava appena scuotendo di dosso le macerie della guerra e che ancora doveva conoscere il vero boom – a finire sulle vette mondiali della moda. O meglio, sono le vette a volerla tra loro. Lei la sua cima, personalissima, l’ha già raggiunta, vivere come vuole e non come vogliono gli altri.

Krizia per via di una citazione dal dialogo di Platone in cui viene evocato il mito di Atlantide, a indicare la propria utopia, e per fare un dispetto all’usanza degli sarti di adottare, per il proprio marchio, un nome che inizi con la “a”, per finire tra i primi sugli elenchi dei venditori. Lei addirittura ci mette una “k”, non ha bisogno di trucchi per far venir fuori il suo mondo sommerso. Le basta capire cosa ama la gente comune e prendere le distanze, per prima, dai canoni dell’alta moda, confezionando linee per la donna del futuro: libera, forte, creativa. “Un vulcano in continua eruzione, impossibile arginare gli straripamenti. Se qualcuno si azzarda a farlo, viene bruciato vivo” scrive l’autrice.

Non esiste un’altezza imposta, non per una come lei. E' la cima ad andarle incontro, l’alta moda la vuole lo stesso nonostante le sue reticenze: “Non serve a niente, non capisco perché continuino a farla dal momento che il nostro pret-à-porter ha un contenuto altissimo di creatività, ricerca e perfezione sartoriale” dice la stilista. Nel giro di qualche anno “Crazy Krizia”, il nome che l’affibbia la stampa internazionale di settore, diventa la regina delle passerelle in un comparto in cui a primeggiare sono quasi tutti maschi. Impegnata in battaglie che vanno oltre il suo mondo, è tra le prime a offrire una linea curvy, a stabilire un dialogo con l’arte (è cognata del regista Francesco Rosi, tra l’altro), a far pesare la sua voce in politica: il sogno di eternità di Mariuccia, il filo che attraversa il volume della Marchitelli, è consacrato da un quadro di Andy Warhol ma soprattutto reso reale da un nome che è sinonimo di eleganza e libertà in ogni angolo del globo.

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