Positano, torna la moda una sfilata contro il virus

Positano, torna la moda una sfilata contro il virus
di Erminia Pellecchia
Mercoledì 22 Settembre 2021, 11:11
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Superleggera, così Raffaella Petraccaro, laureanda al corso triennale in design moda, ha battezzato la capsule collection che ha presentato lunedì sera, nel corso della prima edizione di Positano Fashion Day, convincendo la giuria di esperti, tutti giornalisti del settore, che le hanno assegnato il primo premio del contest pensato e voluto dal Comune di Positano e dall'Accademia della Moda di Napoli per restituire nuova linfa al settore trainante, insieme all'industria turistica, dell'economia della città verticale.

E Superleggera - nome scelto dalla giovane creativa di Torrecuso che si è ispirata alla celebre sedia di Gio Ponti - potrebbe essere lo slogan per uno stile riconoscibile e riconosciuto in tutto il mondo che vuole rinnovarsi coniugando la solidità della tradizione con la leggerezza del sogno. Sensuali e romantici, eleganti e informali, preziosi nell'innesto di tessuti poveri e pizzi e il gioco armonico dell'azzurro mare che irrompe nei grigi e bianchi total, gli abiti della Petraccaro hanno sicuramente una marcia in più rispetto a quelli degli altri agguerriti sfidanti: Gennaro Avilia, Alessia Autiero, Francesco Coscia, Giulia De Gaetano, Laura Di Mattia, Viviana Buhne, Teresa Caldarelli, Clelia Capocasale, Chiara Caira, Carolina Chef e Chantal Lauriello. Sono i dodici finalisti di un «evento - dice Michele Lettieri, presidente dell'Iuad, eccellenza nel campo della formazione da oltre quarant'anni - che non è una semplice sfilata, ma il rilancio della Moda Mare Positano, un ritorno al passato con uno sguardo al futuro, un'opportunità per le aziende positanesi presso i quali i nostri ragazzi hanno fatto apprendistato e un'occasione per i nostri allievi di sviluppare le loro idee non solo sulla carta. Da oggi si passa alla fase due, portare il brand moda Positano fuori dal localismo e dare un'identità ancora più glamour a un prodotto di alta qualità».

Emozionati i talenti emergenti mentre cala il sipario su una manifestazione che il sindaco di Positano, Giuseppe Guida, e il presidente Lettieri già immaginano permanente.

Si abbracciano, si scambiano sorrisi; Francesco Coscia parla a nome di tutti: non c'è stata rivalità, anzi ci siamo sostenuti a vicenda». Per tutti loro, infatti, non è stata una passeggiata l'attività laboratoriale a Positano. «Bella e irraggiungibile - scherza Viviana Buhne, che è di Monteforte Irpino - È stata davvero dura, ma sono entusiasta di questa esperienza che mi ha fatto conoscere questi artigiani-artisti di una bravura unica».

Raffaella Petraccaro mostra orgogliosa la borsa di studio di mille euro che ha ricevuto in premio dal Comune. «Alloggiavo a Nocelle che è la zona più alta del paese, spostarsi da lì al laboratorio di Mastro Moda non è stato semplice - confida - però ho trovato un ambiente molto accogliente, mi sono divertita ed ho appreso nuove cose». Lo storico atelier è stato tra quelli che hanno aderito alla proposta di Giuseppe Vespoli, delegato a cultura e turismo che, per entusiasmo e propositività, ricorda lo zio Luca, giornalista e infaticabile direttore dell'Azienda autonoma di Soggiorno e Turismo. É stato lui l'artefice della convenzione tra il Comune e l'Accademia della Moda. «La pandemia ci ha messo in ginocchio tutti, a soffrire di più sono state le aziende artigiane che hanno perso il 77 per cento di fatturato. Ho pensato che investire su nuove idee potesse essere la scelta giusta e gli imprenditori mi hanno seguito. Positano nella moda è brava, dobbiamo solo ricordarcelo». Al suo fianco le boutique e maison Mastro Moda, Vanilla, Casa Mastro, Stella Moda, Boutique Luisa, Blitz, Josephine, Queen Moda, Louise, Theodora, molte alla seconda e terza generazione. In Piazza dei Racconti c'erano tutti per dare vita alla nuova narrazione dello stile Positano, nato alla fine degli anni Cinquanta grazie all'intuizione di alcune sarte allevate all'arte del cucito e del ricamo dalle suore Vincenziane che reinventarono le pezze, ovvero i canovacci in canapa e cotone, confezionando abiti freschi e informali e soprattutto i bikini all'uncinetto che fecero impazzire intellettuali e personaggi del jet set come Jackie Onassis e Brigitte Bardot. La storia ricomincia.

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