Al Capone, all'asta i cimeli di Scarface: dalla pistola alle lettere da Alcatraz

Al Capone, all'asta i cimeli di Scarface: dalla pistola alle lettere da Alcatraz
di Chiara Bruschi
Mercoledì 25 Agosto 2021, 07:30 - Ultimo agg. 07:32
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Difficile immaginare Al Capone mentre fa divertire la nipote di tre anni alla cavallina. O pianta con lei fiori in giardino come il più tranquillo dei nonni. Eppure questo è il ricordo di Diane Capone, una delle tre nipoti di Scarface che ha deciso di mettere all'asta centinaia di oggetti personali appartenuti al nonno, nella speranza, ha spiegato la donna, che il pubblico conosca la parte più gentile e amorevole del gangster, diventato celebre durante l'era del proibizionismo americano. 

Sono 174 i beni che saranno messi in vendita il prossimo 8 ottobre a Sacramento, all'interno di un evento intitolato Un secolo di notorietà: l'eredità di Al Capone.

Gli appassionati potranno accaparrarsi la sua pistola preferita, una automatica calibro 45, il letto condiviso con la moglie nella loro lussuosa residenza in Florida, numerose foto vintage e la lettera scritta dal carcere di Alcatraz al figlio Sonny. Ci sono poi altre armi da fuoco appartenute allo stesso Al e dal figlio, un fermasoldi e un orologio da taschino in platino e diamanti, mobili di lusso incluso un portasigari, e poi ancora gioielli e perfino un filmato con Al Capone e la sua banda.

La decisione di mettere a disposizione del miglior offerente i beni di proprietà del gangster soprannominato Scarface per la cicatrice che aveva sulla guancia sinistra è stata presa dalle nipoti.

 

Diane Capone, 77 anni, è una delle tre nipoti ancora in vita. Una delle preoccupazioni più grandi, ha spiegato al San Francisco Chronicle, è che un incendio possa colpire la loro casa e mandare in rovina i ricordi di famiglia. Sì perché stando alle sue memorie Al Capone, nato a New York ma figlio di un barbiere di Castellammare di Stabia emigrato negli Usa a fine Ottocento, era un uomo gentile, ben diverso dall'immagine del nemico numero uno di Chicago, diventato tale dopo il massacro di San Valentino con cui la mafia italo americana uccise sette persone e prese il controllo della città.

Brian Witherell, fondatore dell'agenzia che gestirà l'asta ha grandi aspettative sull'evento che, spiega, sarà sicuramente il più importante della sua carriera. «È un archivio di famiglia, una capsula del tempo rimasta chiusa per tutti questi anni. Nessuno sa davvero come era la vita privata di Al Capone».

«Era un uomo molto devoto alla sua famiglia, tutto quello che proviene dalla sua vita personale ha a che fare con la sua famiglia, la sua casa, i divertimenti - racconta la nipote al quotidiano americano -. È sempre stato molto socievole e i beni all'asta lo dimostrano. Ci sono ceramiche, cristalli e molte altre cose simili». L'ultimo ricordo della donna risale agli ultimi momenti di vita di Capone nella sua villa di Palm Island, in Florida, quando era stata avvicinata al letto del nonno per l'ultimo bacio di addio, nel 1947. «Mi disse: ti voglio bene piccolina qualche volta mi emoziono ancora quando ci penso. Posso ancora sentire quelle emozioni». 

Una vita che lei stessa ha definito «doppia»: da una parte l'uomo violento e sanguinario, dall'altra il devoto padre e nonno di famiglia. «Non so davvero niente di più della sua vita pubblica oltre a quello che ho letto. Per me rimane inspiegabile. È difficile credere che alcune delle cose, stando ai racconti che abbiamo letto, siano state fatte dalla stessa persona che noi abbiamo conosciuto, un nonno amorevole e gentile. È un enigma e potrò risolvero solo quando andrò in Paradiso. Spero». Improbabile però che in quello stesso Paradiso possa trovare anche lui.

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