Annunziata torna a scuola a 90 anni: «Sui banchi per finire le medie, ma non ho fatto la Dad»

La signora è tornata a lezione a Cagliari: «Ai miei tempi le donne non studiavano»

Annunziata torna a scuola a 90 anni: «Sui banchi per finire le scuole medie, ma non ho fatto la Dad»
Annunziata torna a scuola a 90 anni: «Sui banchi per finire le scuole medie, ma non ho fatto la Dad»
di Lorena Loiacono
Lunedì 11 Aprile 2022, 21:29 - Ultimo agg. 13 Aprile, 10:14
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Gli occhiali da vista per leggere il libro e la mascherina sul viso per proteggersi dal Covid: così tutti i giorni Annunziata Murgia va a scuola, nel corso serale del Centro provinciale degli adulti di Dolianova vicino Cagliari, si siede al suo banco e ascolta la lezione perché a giugno deve fare l’esame di terza media. E a lei, che ha 90 anni compiuti, l’esame non fa certo paura: «Anzi, è un sogno per me».

Perché ha deciso di segnarsi a scuola?
«Mi piace studiare, mi è sempre piaciuto.

Ma alla mia età, quando era il momento, non ho potuto farlo».

Perché?
«Per colpa della guerra. Quando ero in terza elementare è scoppiato il conflitto mondiale e, a quel punto, è cambiato tutto per me: sono andata a lavorare e poi all’avviamento. Dovevo imparare un mestiere, la mia famiglia era in difficoltà e io dovevo fare la mia parte: non eravamo ricchi. Una volta solo chi aveva i soldi poteva studiare».

Le è mancata la scuola?
«Sì ma comunque, visto che mi piaceva studiare, ho sempre letto tanti libri. Ho studiato da sola. Quando potevo, visto che comunque ho sempre lavorato».

Che lavoro faceva?
«Sono una sarta, ho imparato a cucire da bambina. Adesso non lavoro più, ma ho fatto questo mestiere per una vita con passione. E l’ho anche insegnato alle nuove leve».

Che tipo di insegnante era?
«Ho sempre incoraggiato le ragazze, dicevo loro che non esiste il verbo “non lo so fare” esiste solo “lo voglio imparare”. E, ora, posso assicurare che funziona».

I suoi insegnanti di oggi, invece, come sono?
«Fantastici, con me hanno tanta pazienza e dedizione. Mi stanno aiutando molto: non sento bene e loro, con calma, si mettono vicino a me per spiegarmi tutto quello che non capisco».

E i suoi compagni di classe?
«Per me sono come dei nipoti, mi aiutano tanto. Alcuni mi accompagnano anche a casa la sera, quando fa buio. Poi sono stati sempre molto attenti al Covid e quindi niente quarantene e niente Dad».

Cosa le piace studiare?
«La storia e la musica. Sono le mie passioni. Ho sempre amato i libri di storia: anche perché buona parte della storia, quella che sta sui libri, io l’ho vissuta. Ho visto le conseguenze della prima guerra mondiale e vissuto la seconda. Quando ero piccola, per saperne di più, andavo ad ascoltare le notizie dalla radio che si sentiva in un panificio. A quei tempi erano pochi quelli che avevano la radio in casa. Così mi tenevo informata, capivo il mondo».

E oggi ascolta le notizie della guerra?
«Sì. E tutti i giorni mi chiedo come sia stato possibile, nel mondo, commettere gli stessi errori di quando ero bambina io. Considerando che ho 90 anni, ne ho viste di guerre e purtroppo continuo a vedere sempre le stesse cose. Mi dispiace per i giovani, per quello che stanno passando tra il Covid e la guerra».

E la sua passione per la musica?
«Mi piace tantissimo. Ho iniziato ad ascoltarla con la mia maestra delle elementari, prima della guerra. Poi, una volta diventata grande, ho comprato un mangianastri e ho continuato a coltivare questa passione».

Che musica le piace ascoltare?
«Tutta, ma in particolar modo La marcia di Radetzky e il Rigoletto, ogni volta che posso vado a Cagliari ad ascoltare queste opere. Mi piaceva tanto anche la trasmissione di musica di Paolo Limiti: registravo tutte le puntate per riascoltarle».

E’ pronta per l’esame?
«Spero di farcela, ce la metterò tutta. Purtroppo lo scorso anno, a gennaio, sono caduta: soffro di vertigini e sono caduta in casa, mi sono rotta il femore e da quel momento ho avuto tanti problemi. Anche questa mattina (ieri ndr) sono caduta per colpa delle vertigini: ho un bernoccolo in fronte e domani non potrò andare a scuola. Ma ce la metto tutta: fino alla frattura del femore, riuscivo a vivermi bene la mia vecchiaia: facevo anche 6 chilometri in bicicletta al giorno».

Ha una bella grinta, lo sa?
«Ne ho passate tante ma non mi sono mai arresa. E poi ho un angelo custode, sempre vicino, che tante volte mi ha salvata».
 

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