L'ennesima volta che mi è stata posta la domanda - «Ma tu compri on line?» - ho deciso di raccontare una palla: «Non compro perché con le taglie ho sempre sorprese».
La verità è che mi sono abbastanza stancata di spiegare che non riesco a farmi arrivare un cappotto in una scatola se non ne sento prima il profumo della lana e del cashmere provenire dagli stand in boutique. Se non tocco il tessuto e non ricevo la carezza di qualcosa con la quale sto per andare a convivere.
I love shopping è tanto vero quanto pericoloso. Rebecca Bloomwood, la protagonista del bestseller della Kinsella, s'indebita di brutto, ma I love shopping perchè è meraviglioso spingere gli occhi nelle vetrine. Vedersi riflessi nei manichini, scorgere le luci della città alle nostre spalle e sbirciare quanta gente è dentro il negozio. Oggi ce n'è poca. Molto poca. Eppure il Friday è Black, i saldi prenatalizi sono arrivati, e la rete è impazzita! La notte come il giorno per aggiudicarsi di tutto. Sneakers, borse, pentole, caldobagni, pc, cappotti. Panettoni. Spumanti. Salmone. È solo la fine di novembre. Ma sembra la fine di tutto. L'annuncio di un Natale che non ci sarà.
E forse proprio per questo, in queste giornate di primi freddi santi e giusti, I love shopping. Nelle ore consentite. Nell'ordine stabilito. Buongiorno. Disinfettante. Temperatura. Chiedere o anche solo guardare. Scegliere. Muoversi tra i colori. Imparare a prendere meno, ma buono, dagli scaffali come dalla vita. Farsi una chiacchiera con il commesso. E fingere con le amiche d'essere sincera! Bocciare un outfit! Inventare per loro un altro che «Questo ti sta daddio!». Ed invece a notte fonda altre dita compulsivamente hanno cliccato su Seleziona articolo Seleziona colore Seleziona taglia Aggiungi al carrello Seleziona metodo pagamento Accedi al codice... ed è quasi l'alba. Ma il caffè al bar e le buste che si toccano? La pioggerellina che minaccia, il selciato che ti ta scivolare perché hai indossato delle décolleté, il cellulare che ti squilla e Forse torno indietro perchè quella giacca era proprio bella. Non si può immaginare la nostra vita a pezzi, ad articoli, a foto d'influencer o soi-disant che ci clicchi sopra ed esce il marchio, il brand, la griffe, insomma quel che a loro fa ricchi e a noi potrebbe impoverire! Non si può non essere protagonisti delle proprie scelte.
I centri commerciali in verità sono andati in delirio. Tanti in presenza a spingere il carrello sottobraccio a lui. Scappo. Alla conquista di quell'intimità che in camerino mi butta in faccia cellulite o compiacimento. Euforia o delusione. Chiamale se vuoi Emozioni.
Ma quanto abbiamo bisogno di corporeità, fisicità, plasticità in questo tratto di epoca che ci ha mascherati...
E allora andiamo a raccogliere il nostro gusto o anche le nostre necessità di persona personalmente direbbe il Catarella di Camilleri. Abbandoniamo il divano, cioccolatini e biscotti, e quel crocevia di transazioni invisibili che rende invisibili anche noi. Spegniamo il computer, desertifichiamo per qualche giorno la rete. Ridiamo braccia e gambe ai nostri quartieri, ai piccoli centri. A quei negozi curati, eleganti, dai modi antichi. Perché nonostante il successo televisivo della fiction di RaiUno, cosa starà pensando Émile Zola delle Signore e signorine che non entrano più nel suo Paradiso dove gli abiti ti sorridono prima che tu lo faccia a loro.