Chiara Ferragni e la violenza sulle donne: «Società ancora maschilista, è l'ora di cambiare»

Chiara Ferragni e la violenza sulle donne: «Società ancora maschilista, è l'ora di cambiare»
Chiara Ferragni e la violenza sulle donne: «Società ancora maschilista, è l'ora di cambiare»
Sabato 21 Novembre 2020, 12:09 - Ultimo agg. 13:03
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Ha davanti sé dei fogli fitti di appunti, «perché voglio fare un discorso che abbia un inizio e una fine». E la sintesi è: «Questo è il momento di cambiare». Il manifesto Instagram di Chiara Ferragni si intitola «Essere donna nel 2020», nasce dalle riflessioni su recenti casi di violenza in cui le donne sono ancora una volta vittime e dalla sua esperienza personale. «Voi non avete idea delle centinaia di ragazze che mi hanno scritto raccontando di non avere mai avuto il coraggio di denunciare uno stupro perché avevano paura della reazione degli altri, o perché si sentivano in colpa dato che avevano una gonna corta, avevano bevuto o erano tornate a casa troppo tardi». Cattive ragazze, agli occhi degli altri. Ora bisogna cambiare la prospettiva, esorta Chiara Ferragni, questo sfalsamento della realtà fa male tanto quanto la violenza. «Dobbiamo farlo per noi e per le nostre figlie», dice l’influencer in attesa di una bambina.

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Colpevolizzazione

«La nostra società è ancora maschilista e patriarcale e le donne vengono giudicate in maniera differente», afferma la Ferragni, spiegando che spesso ciò deriva dall’errata rappresentazione dei media. «Ho cominciato a notare la loro narrazione sbagliata grazie anche al post di alcuni mesi fa dell’utente “Spaghetti Politics”», che ha messo in evidenza come a volte nelle cronache, per superficialità o preconcetti difficili da abbattere, si inseriscono elementi che tendono a giustificare la violenza inflitta. «”Spaghetti Politics” mi ha fatto notare come nei fatti di cronaca che coinvolgono delle donne si cerca di scusare i comportamenti maschili, si citano dei dettagli della relazione ininfluenti come la gelosia, se era una storia di tradimenti.

In questo modo i loro giudizi influenzano e la donna viene colpevolizzata: un temine che ho scoperto di recente è “victim blaming”, un fenomeno super diffuso e che spesso viene fatto dalle donne stesse». La responsabilità viene attribuita alle donna, che in questo modo finisce per ritenersi in parte o totalmente responsabile della violenza subita. «Si sposta la colpa dall’aggressore alla vittima con delle frasi del tipo “come eri vestita”, “eri ubriaca”. Ho letto piangendo l’esperienza di tante ragazza che mi hanno scritto dopo la sentenza della Cassazione che ha ritenuto consenziente una vittima di stupro che indossava jeans aderenti, perché sarebbe stato impossibile sfilarli senza il suo consenso». E tante ragazze hanno paura di denunciare una violenza per non essere giudicate a loro volta colpevoli: troppo “leggere”, sventate o addirittura accomodanti.

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Doppio standard

«Un altro fenomeno costante è quello dello “slut-shaming”», letteralmente l’umiliazione della sgualdrina, «che fa sentire una donna inferiore per via di comportamenti o desideri sessuali che sono in contrasto col proprio ideale femminile”», riflette Chiara Ferragni affrontando il tema del revenge porn. «Perché colpisce così tanto noi donne? Questo è colpa del doppio standard, dato che gli uomini raramente vengono giudicati per la loro libertà sessuale: il revenge porn distrugge la reputazione della donna ma viene considerato come atto di goliardia del sesso maschile e giustificati», aggiunge l’influencer citando il «boys will be boys» dei Paese anglosassoni con cui si riduce a scherzo questo tipo di violenza. «Nel 2020 è assurdo. È ancora più difficile denunciare ed essere prese sul serio, e mi fa inc...are perché spesso questi commenti sono fatti dalle stesse donne», attacca Chiara Ferragni. «Noi donne non siano mai unite, ma è il momento di prendere posizione e trovare degli alleati, anche tra gli uomini: io mi sento in una posizione privilegiata per chi mi ascolta e in questa battaglia dobbiamo vivere e combattere assieme contro i piccoli errori di giudizio che tutti facciamo, costruendo una società migliore. Adesso è proprio il momento».

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