Chiede al capo un orario di lavoro ridotto per prendere il figlio all'asilo, lui rifiuta. Poi la svolta. Un'agente immobiliare ha vinto una causa per discriminazione sessuale contro i suoi datori di lavoro, dopo che questi si erano rifiutati di farla uscire prima per andare a prendere suo figlio all'asilo.
La vicenda è avvenuta a Weybridge, nel Regno Unito. Come riporta Metro.co.uk, Alice Thompson guadagnava circa 140mila euro all'anno come responsabile delle vendite presso Manors, una piccola azienda londinese, quando è rimasta incinta nel 2018. Poiché secondo il suo orario di lavoro sarebbe dovuta uscire alle 18, ma gli asili chiudono alle 17, la donna ha chiesto di lavorare part-time quattro giorni alla settimana, finendo alle 17. Il direttore dell'azienda, però, avrebbe respinto la richiesta, sostenendo che la società non poteva permettersi il nuovo accordo.
A quel punto, Alice Thompson si è dimessa e ha portato Manors in un tribunale del lavoro. La giuria le ha assegnato 184.961,32 sterline (circa 215mila euro) per perdita di guadagni, contributi pensionistici, lesioni ai sentimenti e agli interessi, sostenendo che l'insistenza della società per l'orario delle 18 la poneva in «svantaggio». All'udienza è stato detto che la signora Thompson aveva "successo" e "ben pensata" sul lavoro, ma le tensioni con il signor Sellar sono iniziate dopo che ha rivelato la sua gravidanza nella primavera del 2018.