Coronavirus, ecco le mascherine solidali appese al balcone: l'idea di una sarta e di una archeologa

Roma, "mascherine solidali" appese al balcone: l'idea di una sarta e di una archeologa
Roma, "mascherine solidali" appese al balcone: l'idea di una sarta e di una archeologa
di Laura Larcan
Sabato 25 Aprile 2020, 16:27 - Ultimo agg. 26 Aprile, 10:02
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Mascherine solidali per tutti. Confezionate con cura, una ad una, fatte a mano, in formati diversi, per i bambini e per gli adulti. «Con strato di cotone, lavabile, e un doppio filtro in "tessuto non tessuto" sostituibile», si legge nel biglietto che le accompagna. Sono a presa diretta. Vale a dire, libera. Una sorpresa per i residenti di via della Giuliana, nel quartiere Prati. Appeso ad una corda collegata al balcone del secondo piano, ecco ciondolare tranquillo, nel silenzio della strada, un cestino con tanto di cartello "mascherine solidali".

«Questo è il palazzo di gente che non ha pace, io sono la prima, ma Antonietta è diventata come me», racconta con un pizzico di ironia, Lucia Saguì. Di professione è archeologa, di lungo corso, nel Dipartimento di Antichità della Sapienza, con all'attivo tanti scavi e studi per riportare alla luce il patrimonio di Roma. E in questa fase di quarantena, dettata dall'emergenza del coronavirus, ha avuto l'idea di produrre "mascherine solidali". In fondo, il tessuto non tessuto è tipico della vita di un archeologo nel suo cantiere

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«E' un'idea che ho avuto - dice Lucia Saguì - ma è la mia vicina di casa, Antonia Nocera la vera realizzatrice delle mascherine, perché è una sarta professionista, ora in pensione. Abbiamo cominciato a produrle in casa. A decine. Chiaro, non sono testate, ma sono di cotone, hanno un doppio filtro di tnt, ossia lo speciale tessuto non tessuto: il cotone è lavabile e il filtro si può cambiare. Eventualmente, possiamo fornire anche il filtro di ricambio. Ne abbiamo fatte molte per la Caritas e contiamo di darle ad associazioni e al pubblico. Intanto le mettiamo nella cesta a disposizione delle persone che ne hanno bisogno. E' un'attività che spero faccia del bene a tanta gente». E' più di un mese che Lucia Saguì e Antonia Nocera stanno lavorando a questo progetto. E il loro cesto che dondola in via della Giuliana è diventato ormai un punto di riferimento. 

 
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