Covid, relazione tra sonno e stress da lockdown: chi sono stati i più resistenti

Covid, relazione tra sonno e stress da lockdown: chi sono i più resistenti alla tensione
Covid, relazione tra sonno e stress da lockdown: chi sono i più resistenti alla tensione
Mercoledì 26 Maggio 2021, 12:15 - Ultimo agg. 14:11
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Durante il primo lockdown sonno e stress sono stati due fattori collegati nella risposta alle chiusure della pandemia. Secondo un'indagine, infatti, i tipi mattinieri sarebbero stati più resilienti e avrebbero sofferto meno lo stress durante l'isolamento rispetto ai nottambuli. La notizia arriva da uno studio pubblicato sulla rivista «Chronobiology International» e realizzato dal laboratorio Sonnolab dell'Università di Pisa e dall'Istituto di Management della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa.

L'indagine è stata condotta attraverso un questionario on line al quale hanno risposto circa 1300 persone da 19 diverse regioni italiane.

I ricercatori hanno impiegato scale di valutazione ben note in letteratura per misurare il cronotipo, la qualità del sonno e la resilienza. È risultato così i che i mattinieri, le cosiddette «allodole», sono stati più resilienti e hanno sviluppato meno reazioni da stress post-traumatico rispetto ai nottambuli o «gufi». Questo perché, secondo i ricercatori, chi va a letto presto e si sveglia presto ha goduto di una migliore qualità del sonno rispetto di chi va a letto tardi e si sveglia tardi.

«Bisogna prestare molta attenzione alla qualità del sonno e al ruolo del cronotipo nei meccanismi di adattamento a situazioni croniche stressanti, come quella legata alla pandemia - ha spiegato Andrea Bazzani primo autore dello studio, e medico perfezionando della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa - ll cronotipo, ovvero la preferenza individuale per i ritmi sonno-veglia, è infatti strettamente associato alla qualità del nostro sonno e mediamente i mattutini hanno un sonno qualitativamente migliore rispetto ai nottambuli». 

«Sarà utile condurre ulteriori studi in merito per approfondire, anche con tecniche di telemonitoring, la qualità del sonno e i ritmi circadiani della popolazione in studio - aggiunge il professore Ugo Faraguna dell'Università di Pisa - ma siamo fiduciosi che questi primi risultati possano incentivare l'impiego di strategie di promozione di una corretta igiene del sonno e interventi di cronobiologia che mitighino l'impatto di situazioni stressanti e croniche, come la pandemia, sulla salute delle persone».

Insieme a Faraguna e Bazzani hanno firmato il lavoro su rivista «Chronobiology International», per l'Università di Pisa Simone Bruno e Francy Cruz Sanabria dottorandi al Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia, Paolo Frumento, professore al Dipartimento di Scienze Politiche, e per la Scuola Superiore Sant'Anna il professore Giuseppe Turchetti.

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