Capelli scuri legati con uno chignon improvvisato, qualche ricciolo scende sul viso concentrato, mentre le dita sfiorano una chitarra dal legno chiaro. Una turista si avvicina e chiede: «Dove posso vedere il mare?». L'artista la guarda e sorride. A San Martino, dov'è solito esibirsi, non si vede la costa. Riprende a suonare e risponde: «A Napoli basta chiudere gli occhi per vedere il mare». Fabio Serino è un artista di strada con un legame particolare con Napoli e con il mare: quando non suona, passa le sue giornate nuotando per le spiagge di Mergellina e raccogliendo la plastica che viene lentamente trasportata dalle onde. Un gesto semplice, ma fondamentale per proteggere questo patrimonio naturale.
«Il mare è la prima voce che ho sentito da quando sono nato» dice Serino «ogni atto creativo nasce dal mare: le voce di tanti popoli arrivano attraverso le onde e mi suggeriscono nuove parole, che trovo nel fondo del mare e nel suono delle bollicine».
Anche nella musica di Serino si trova l'impronta predominante del mare. Con le acque sporche, però, il processo creativo dell'artista si blocca. La sua è una lotta per proteggere Napoli dall'indifferenza e per cercare di non dare per scontato un bene immenso che i napoletani hanno a disposizione.
«Il mare non è presente nelle nostre vite solo in spiaggia: noi respiriamo aria di mare, le persone di Napoli sono segnate dal mare. Lo si vede nelle abitudini di tutti i giorni, siamo uomini di mare» commenta l'artista. Serino definisce il suo un «gesto di disperazione» per preservare il mare e proteggere «ciò che non si vede».
«Non mi va nemmeno di parlare di cosa ho trovato in mare» continua «di solito cerco di raccogliere i bicchieri, le cicche di sigaretta, alle volte ho trovato anche dei palloncini! Io infilo tutto nel costume e mano a mano li butto nella spazzatura».
Il messaggio che Serino cerca di lasciare è di andare in profondità delle cose e non permettere di abituarsi alla sporcizia: «Oltre a ombrellone, lettino e creme solari, portiamo anche un retino. Io scherzo, lo dico da sognatore, ma non vanifichiamo un buon gesto e non dimentichiamo di fare la nostra parte: perchè quella è la nostra sporcizia e quello è il nostro mare».
Serino ha da poco prodotto un nuovo disco intitolato "Il tempo resta". Un omaggio a Napoli e in particolare al grande Pino Daniele: «L'idea nasce da un suo lungometraggio in cui dice "un giorno andremo via, ma il tempo resterà". Il mio è un messaggio d'amore, c'è una canzone dedicate a lui, a Napoli e anche a Maradona».
Tra i brani del nuovo album anche "Andando adagio" nata durante il lockdown e dall'idea che quando tutto tace, ci si rende conto del caos che si causa: «Solo allora il mare era pulito. Mi ha fatto capire che alle volte è inutile andare per inerzia dell'energia sociale, serve anche andare adagio». Come il mare? «Sì, come il mare».
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