Fabrizio Corona è uscito dal carcere di Monza ed è tornato a casa, agli arresti domiciliari, da 48 ore. E già fa parlare di sé. «Fabrizio è arrabbiato come una bestia - ha detto il suo storico legale Ivano Chiesa a Pomeriggio Cinque di venerdì - quello che è successo in questi 35 giorni è difficile da digerire. L'hanno portato via di notte, in otto, come se fosse un narcotrafficante o un terrorista».
Ora prosegue la propria battaglia a nome di tutti i detenuti. Una battaglia contro chi? L’avvocato Chiesa, in un video su Instagram, spiega come stanno le cose: «Non è tornato a casa perché è un privilegiato, né perché è famoso né per gentile concessione dei tribunale, ma perché è stato riconosciuto che nei suoi confronti è stato commesso un errore. Ringrazio i magistrati che si sono pronunciati, ringrazio il presidente del tribunale di sorveglianza, ma non finisce qui perché quello che è successo in questi 30 giorni non può essere dimenticato. Andremo avanti, questo è solo il primo round e lo facciamo per tutti i detenuti che si trovano nella stessa condizione».
L'avvocato Chiesa è molto sibillino. Cosa intende fare Corona? Il caso Corona prosegue anche se è ritornato ai domiciliari, dopo che il tribunale di sorveglianza ha accolto la richiesta dei suoi difensori di sospendere l'esecuzione del provvedimento in carcere perché deve essere curato.