Fase 3 a Napoli, La Radiazza per gli artisti di strada: «Sarà la loro piazza virtuale»

Rosaria Mallardo durante un'esibizione sul Lungomare di Napoli
Rosaria Mallardo durante un'esibizione sul Lungomare di Napoli
di Gennaro Morra
Mercoledì 10 Giugno 2020, 07:30
5 Minuti di Lettura
Per gli artisti di strada è ancora disco rosso. Per un’attività che fa dell’assembramento del pubblico la sua prerogativa, dopo il lockdown di tre mesi voluto dal governo per arginare la diffusione del coronavirus tra la popolazione, in questa fase 3 non è prevista la ripartenza. Infatti, anche se in Campania il numero dei contagi oscilli ormai tra lo zero e qualche unità, resta in vigore il regolamento anti-Covid per evitare che il virus torni a diffondersi o, forse, per non perdere l’abitudine al distanziamento sociale e all’uso della mascherina nel caso l’andamento dei contagi dovesse crescere di nuovo in autunno.
 
LEGGI ANCHE «La burocrazia uccide le piccole realtà dello spettacolo»

E allora lo speaker radiofonico e anchorman, Gianni Simioli, ha voluto tendere loro una mano: «Sono tempi molto duri per questa categoria – afferma il conduttore de La Radiazza, social show in onda su Radio Marte –. Purtroppo, soprattutto quelli bravi o solo più carismatici, creano loro malgrado assembramenti e zero distanziamento sociale. Per questo motivo molti sono fermi da mesi e non ne possono più di non suonare e, particolare non trascurabile e di cui non bisogna vergognarsi, non guadagnare». Da questa semplice riflessione nasce la proposta rivolta specialmente ai musicisti: «Ho immaginato che la “radio di strada” che faccio da dieci anni, ormai, diventi davvero strada, piazza, marciapiede, vicolo o stazione della metropolitana. Ed è proprio a La Radiazza, su Radio Marte, che farò suonare tutti quelli che lo vorranno».
 
L’idea è di sfruttare la radio come “vetrina”, chiedendo agli ascoltatori di fare una donazione agli artisti che si esibiranno: «Attori, musicisti e cantanti avranno a disposizione una sorta di strada virtuale e, attraverso un crowdfunding creato e gestito da loro, chiederemo al pubblico di lasciargli un obolo, proprio come fanno molti di noi quando, passeggiando, incontrano il talento di queste indispensabili presenze cittadine, lasciandogli qualche moneta per mostrare di aver apprezzato lo spettacolo. Del resto, cosa sarebbero le nostre città senza questi personaggi? Certo, sarebbero comunque belle, come succede a Napoli, ma resterebbero senza la loro naturale colonna sonora».

Tra i primi ad aderire all’iniziativa di Simioli c’è Rosaria Mallardo, cantautrice napoletana cresciuta a Giugliano, che sulla strada ha costruito il suo discreto successo: «Prima del lockdown mi esibivo nel weekend tra il Vomero e il Lungomare – racconta la 34enne –. Infatti, il fine settimana è il momento in cui la gente esce per una passeggiata, quindi ha anche tempo di sostare e ascoltare, mentre io ho la possibilità di fare spettacolo con un pubblico partecipe». Un’attività artistica che le assicurava anche un certo sostegno economico: «Ovviamente non era un’entrata fissa, l’entità dei guadagni dipendeva da molti fattori, soprattutto dalla qualità della mia performance. E il bello della strada è proprio questo – spiega –. Più riesco a trasmettere, in tutti i sensi, e più posso ricevere, che siano contatti di lavoro o, soprattutto, vendita di dischi. Nel mio caso, essendomi autoprodotta un cd di inediti, il guadagno maggiore lo ottengo proprio da lì. E devo dire che certe domeniche mi sono presa belle soddisfazioni».
 

Seguitissima sui social network, grazie a un video diventato virale (oltre un milione di visualizzazioni in due anni), che la riprende mentre in via Caracciolo canta un vecchio successo di Enzo Gragnaniello, Rosaria spera di tornare presto a esibirsi nei suoi luoghi preferiti: «Al di là della perdita economica, su cui incide anche l’annullamento di cerimonie e feste private, mi manca molto lo scambio di energia, di emozioni e di positività che si crea». E mentre aspetta di poter riprendere le sue esibizioni in strada, accoglie con entusiasmo l’iniziativa di Simioli: «L’idea di Gianni è bella e fondamentale. Lui è sempre stato presente per noi artisti di strada, e non solo, questa cosa mi fa sentire protetta e sicura. Lo ringrazierò sempre per questo».
 
Invece, non ha avuto sempre un magnifico rapporto con la strada Giammario Sanzari, cantante e musicista che, dopo anni di studio e l’esperienza giovanile in un complesso, tre anni fa ha iniziato a esibirsi in zona centro storico: «Suonavo soprattutto a piazza San Domenico, ma in generale da quelle parti c’è una particolare avversione nei confronti degli artisti di strada – spiega il 24enne –. Ed è un paradosso considerato che lì, tra spaccio e inciviltà di ogni tipo, almeno noi cerchiamo di portare qualcosa di bello. E invece sembra che siamo il male del centro storico». Un’avversione che nel suo caso a un certo punto sembrava essere diventata accanimento: «Fino all’anno scorso venivo continuamente allontanato dai vigili – racconta –. I residenti, senza nemmeno lamentarsi con me, li chiamavano per farmi cacciare. Dicevano che davo fastidio, anche quando avevo i volumi in regola e suonavo in orario consentito. Addirittura avevo scoperto un gruppo sui social, dove pubblicavano dei video su di me, girati a mia insaputa, e sotto quei post venivo attaccato e insultato pesantemente. Arrivarono anche a presentare un esposto contro di me che per fortuna non è mai stato tramutato in denuncia».
 
Un incubo a cui per mesi Giammario ha cercato di dare un lieto fine: «Andai a parlare anche col sindaco e de Magistris promise di farmi avere un permesso, ma quel pezzo di carta non è mai arrivato – ricorda –. Poi La Radiazza si occupò del mio caso e da quel momento i vigili hanno cambiato atteggiamento, mostrandosi molto più comprensivi e lasciandomi suonare con più tranquillità». Una laurea in lettere mai conseguita e una passione per la musica coltivata fin da bambino, il giovane riusciva a mantenersi con l’attività di artista di strada: «Poi il Covid ha bloccato tutto e per ora non posso riprendere, perché la gente si fermerebbe ad ascoltarmi e si creerebbero assembramenti – confessa –. Perciò quella di Gianni è una bellissima iniziativa, anche perché in questo modo sarebbe tutto in regola».
© RIPRODUZIONE RISERVATA