Kim Rossi Stuart: «A 14 anni me ne andai di casa, non avevo una lira. Fino a 27 ho vissuto nell'angoscia»

L'attore, reduce dal suo ultimo film Brado, ha 3 figli con la collega Ilaria Spada

Kim Rossi Stuart: «A 14 anni me ne andai di casa, non avevo una lira. Fino a 27 ho vissuto nell'angoscia»
Venerdì 23 Settembre 2022, 11:24 - Ultimo agg. 11:49
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Qualche giorno fa è stato fotografato in preghiera a Medjugorje, Kim Rossi Stuart reduce dal suo ultimo film Brado, il terzo da regista, si racconta in un'intervista su 7, settimanale del Corriere della Sera.  «Ho scritto un racconto ambientato a Medjugorje nel mio primo libro uscito tre anni fa con la nave di Teseo, Le guarigioni. E anche in Brado c’è una battuta su Medjugorje.Sono nato in un contesto davvero agli antipodi del cristianesimo. Fino all’eccesso. Un contesto ostile e critico verso la Chiesa, ai limiti dell’anticlericalismo.
Poi ho incontrato delle persone, anche interne al mondo cattolico, che mi hanno davvero sorpreso e mi hanno fatto molto riflettere sui miei pregiudizi nei confronti di quell’universo.Sto studiando, approfondendo, cercando di comprendere il cristianesimo e i suoi temi. Credo che al di là del grado di fede che uno può avere sulle questioni più trascendentali, più misteriose, nel cristianesimo ci sono le istruzioni per l’uomo più sagge in cui mi sia mai imbattuto. Istruzioni per vivere, per stare in questo mondo».

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Il rapporto con il padre.

«I miei film da regista sono intimisti e personali, non posso negarlo.

Nel mio ultimo film c’è molto del mio rapporto con mio padre così come si trova molto di una ambientazione che ho vissuto in prima persona, quella tra i cavalli, nei maneggi. Ai miei 10 anni mio padre si trasferì in un maneggio e ha vissuto di quello per molto tempo. Poi a 14 me ne andai di casa per andare a Roma a studiare teatro. Eravamo senza una lira. Aprivo il frigo ed era vuoto, qualcosa mi dovevo inventare. Ho cominciato a lavorare subito. Prima sono stato un po’ ospite su qualche divano di amico e poi ho cominciato ad affittare un appartamento, avevo 16 anni. Al Pigneto, quando il Pigneto era più vicino a Pasolini che non a un posto di moda come oggi».

I figli 


Il 1993 è stato l’anno della svolta nella sua vita personale e artistica? Suo padre è mancato e ha girato Senza pelle che l’ha lanciata con un personaggio problematico nel grande cinema italiano.
«La perdita di un padre è chiaro che è un passaggio abbastanza forte da vivere. Avevo 23 anni. Ma diciamo che infanzia e adolescenza per me sono state un periodo incredibilmente faticoso. Fino ai 27 anni è stato come avere un blocco dentro. Di angoscia».

Avrebbe mai detto allora che oggi sarebbe stato felicemente sposato di una collega (l’attrice Ilaria Spada, ndr) e padre di tre figli? «Mai. Ancora sono stupefatto: tre figli! Sia io sia mia moglie eravamo convinti prima di conoscerci che non avremmo mai avuto figli. Poi il primo e poi ‘sta doppietta recente... sì, sorprende anche noi. E quando banalmente chi non ha figli si sente dire che sono veramente il turning point, la meta che dà tutta un’altra prospettiva alla vita, beh sì insomma, adesso lo penso pienamente anche io e capisco ora chi me lo diceva allora: riposiziona proprio tutto essere genitori, è una cosa bellissima.

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