Long Covid, il dramma dell'istruttrice sportiva: «Sono guarita ma soffro di fiacchezza cronica»

Long Covid, il dramma dell'istruttrice sportiva: «Sono guarita ma soffro di fiacchezza cronica»
Long Covid, il dramma dell'istruttrice sportiva: «Sono guarita ma soffro di fiacchezza cronica»
Domenica 29 Novembre 2020, 11:14 - Ultimo agg. 11:57
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Da trainer instancabile e in forma, in pochi mesi, una donna di 46 anni si è ritrovata a soffrire di fiacchezza e spossatezza croniche. Un vero e proprio dramma, quello del Long Covid, gli effetti a lungo termine della malattia che spesso si presentano mesi dopo la guarigione e la negativizzazione dei pazienti.

Sarah Wakefield, che vive in Galles e ha tre figlie, è una delle decine di migliaia di pazienti che, in tutto il mondo, hanno contratto il Covid e dopo averlo superato si ritrovano alle prese con i suoi effetti a lungo termine. La donna, che vive a Bridgend, ha raccontato a Wales Online: «Sono sempre stata una persona molto sportiva, ora faccio fatica a fare una rampa di scale, ho sempre il fiatone e a volte soffro di amnesie, faccio fatica a distinguere anche le mie figlie». 

Un vero e proprio dramma, per una donna che amava correre, andare in mountain bike e fare escursioni in montagna. Sarah, che gestisce una piscina e insegna nuoto e acquagym, aveva contratto il virus a marzo ma dopo più di otto mesi si è resa conto di non poter tornare alla vita a cui era da sempre abituata. «Ho sintomi vari: non c'è solo la fiacchezza e le amnesie, mi sono resa conto di avere anche problemi di udito per la prima volta in vita mia. Ho sviluppato la sindrome di Meniere, che oltre ai problemi di udito causa vertigini. Ricordo la prima volta in cui ho affrontato una lunga passeggiata, avevo il fiatone e mi facevano male le ginocchia. Ho anche provato a misurare il battito cardiaco: dopo una sola rampa di scale, era già molto oltre la norma» - spiega la donna - «Non riesco a fare più niente, sono costretta a restare ferma a casa.

Ho contratto il virus da una delle mie figlie, durante le prima settimana di lockdown a marzo: lei aveva un po' di tosse, io ho accusato fortissimi mal di testa e dolori al petto. Il mio medico mi aveva prescritto degli antibiotici, ma non sono serviti a nulla. Alla fine fui anche ricoverata in ospedale per un sospetto coagulo nei polmoni, per fortuna non ci furono conseguenze più gravi in quel momento».

Il Long Covid, pur non essendo ancora riconosciuto come vera e propria patologia, ha afflitto tantissime persone che negli ultimi mesi sono entrate a contatto col virus. Al di là del decorso della malattia in sé, i sintomi accusati mesi dopo l'infezione sono estremamente vari: al momento ne sono stati individuati più di 100, che vanno da emicrania cronica a spossatezza, passando per dolori muscolari cronici, problemi di memoria e alterazioni del gusto e dell'olfatto. Sarah ha deciso di fondare un comitato per far riconoscere il Long Covid come patologia clinica a tutti gli effetti: «Solo così sarà possibile dare assistenza medica a chi ha superato l'infezione. Non posso neanche dimostrare di avere avuto il virus, all'epoca non mi fecero il tampone e ora potrebbe essere troppo tardi per scoprirlo con il test sierologico. Ero una persona sana e in forma, ora non lo sono più: i pazienti che accusano questi sintomi vanno seguiti in modo interdisciplinare, non basta farsi seguire dal medico di base ma serve una collaborazione tra cardiologi, neurologi, pneumologi. Gli effetti a lungo termine sono estremamente vari ma probabilmente sono correlati, il lavoro degli specialisti può essere decisivo per capire cosa causa il virus a tutti i livelli dell'organismo».

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