Luigi Esposito, pizzaiolo napoletano in Australia: «Due anni tosti senza turismo»

Luigi Esposito
Luigi Esposito
Venerdì 11 Febbraio 2022, 13:32
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Il prossimo 21 febbraio l'Australia riaprirà i propri confini dopo due anni, ovvero da quando le restrizioni applicate per contrastare la pandemia hanno quasi del tutto vietato l'ingresso nello stato ai turisti. Per accedervi, i visitatori dovranno aver completato il ciclo vaccinale e mostrare un tampone - antigenico o molecolare - negativo.

Dall'inizio della pandemia, sono quasi 2,9 milioni - su circa 25 milioni di abitanti - le persone in Australia entrate a contatto con il virus, ma si contanto poco più di 4500 decessi. Le misure applicate hanno dunque portato ottimi risultati e ora si può tornare a respirare. L'allerta però resta alta, dato che «la parte più tosta è proprio questa, a causa della variante Omicron che sta facendo nuovamente salire i casi», come testimonia Luigi Esposito, pizzaiolo napoletano fondatore e titolare di ben quattro pizzerie a Sidney.

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«Di sicuro posso dire che non è stato facile, il turismo ha subito un bel colpo. Sidney si mantiene anche grazie ai turisti - rivela l'imprenditore - qui se mancano i visitatori manca anche la vita. Lo Stato però ci ha aiutato molto, si è accollato buona parte dei compensi ai nostri dipendenti. Oggi siamo ancora in una situazione complicata, ci fa piacere che tornino i turisti ma sono rimaste altre complicazioni da affrontare. La mia attività è riuscita a fronteggiare il Covid, ma di sicuro non è stata una bella esperienza».

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Luigi, nato e cresciuto nel cuore di Napoli, ha lasciato l'Italia 13 anni fa per portare la tradizione della sua famiglia in Australia. Nella terra dei canguri e dei koala ha dato vita a Via Napoli, i cui prodotti rispettano fedelmente la cucina napoletana. «La copertura vaccinale qui è ottima - oltre il 90% degli over 16 ha completato il ciclo - ma questa variante complica ancora l'organizzazone delle attività.

Oggi ci troviamo costretti a dire no ad ai clienti, perchè spesso i dipendenti scarseggiano. Con questa forma del virus, lo sappiamo, puoi rimanere contagiato a lungo. Penso che tra qualche mese la situazione si assesterà. Sentendo i colleghi in Italia, credo che qui in Australia dobbiamo ritenerci molto fortunati. Anche noi però abbiamo subito la nostra mazzata, con il ritorno del turismo dall'estero speriamo che le cose tornino alla normalità».

Il settore della ristorazione è stato senza dubbio tra i più danneggiati dalla pandemia: le chiusure, poi solo l'asporto, poi ancora i posti occupabili soltanto all'aperto. I più fortunati sono riusciti ad adattarsi, ma molti non hanno resistito: «Anche qui in Australia noi ristoratori abbiamo dovuto reinventarci - spiega Luigi -, io da buon napoletano conservo la capacità di adattarmi ai cambiamenti. Da un giorno all'altro ho trasformato i ristoranti in servizi esclusivamente di take away, quindi solo asporto. Tutte le mie attività, per quasi un anno, hanno funzionato come supermarket». 

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13 anni fa Luigi ha avuto lungimiranza, ma indubbiamente anche coraggio, essendo l'Australia un mondo quasi del tutto opposto al nostro: «Se tornassi indietro lo rifarei - ammette l'imprenditore -, amo e rispetto l'Italia e Napoli ma Sidney mi ha dato la possibilità di realizzare i miei sogni. Ho dovuto certamente fare tanti sacrifici, ma ho ottenuto risultati: oggi qui abbiamo un'azienda solida, con quattro ristoranti e 150 dipendenti a libro paga».

Ma cosa occorre sapere a chi vuole mollare tutto e cercare fortuna nella terra dei canguri? «Prendi tutto quello che hai e vieni qui ad investire - consiglia Luigi - perchè di opportunità in Australia ce ne sono tante. Bisogna portarsi dietro iniziativa, voglia di fare e creatività. L'Australia ti restituisce risultati soddisfacenti se metti tutto te stesso in quello che fai. Se sei però un imprenditore e vuoi soltanto metterci i soldi, potrebbe essere più complicato. Più dai all'Australia, più essa ti restituisce»

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