Maestra torna a insegnare a 96 anni: Irene Verdi è un'istituzione nella scuola di Don Milani

Torna ad insegnare a 96 anni. La maestra Irene è un'istituzione nella scuola di Don Milani
Torna ad insegnare a 96 anni. La maestra Irene è un'istituzione nella scuola di Don Milani
Martedì 4 Ottobre 2022, 13:15 - Ultimo agg. 18 Marzo, 12:28
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È tornata sui banchi di scuola a 96 anni. Non come allieva, ma come insegnante. La maestra Irene, nata nel 1926, nella scuola primaria di Tavernelle, in provincia di Perugia, è amata e rispettata. Quasi un'istituzione per i tantissimi allievi a cui ha rivolto i suoi insegnamenti e la sua esperienza. Irene Verdi, alla soglia dei 100 anni, è voluta ritornare nella sua classe, all'istituto Don Lorenzo Milani nel corso delle giornate formative dedicate all'esperienza della Scuola di Barbiana, l'innovativa scuola fondata dal religioso nel 1954.

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Una visita a sorpresa

L'anziana maestra ha incontrato gli alunni della quarta B ed a dispetto dell'età si è mostrata ancora una donna di grande carattere. «Donna energica, moderna, appassionata della sua professione ha raccontato ai bambini la sua esperienza a scuola, prima come alunna, poi come insegnante» hanno detto i responsabili della scuola «esprimendo tutte le motivazioni, le difficoltà, le gioie vissute in una scuola che oggi risulta molto lontana e diversa, ma che è stata e resta, nelle molteplici difficoltà, portatrice di quei valori, conoscenze e formazione dei quali anche la società moderna non può fare a meno.

Una scuola che vuole riscoprire il suo passato per affrontare al meglio le sfide del futuro».

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La scuola di Barbiana

Don Milani fu inviato nella piccola frazione di Barbiana, un borgo sui monti della diocesi di Firenze, dove iniziò un'esperienza educativa rivolta ai giovani del posto, molto svantaggiati per ragioni geografiche ed economiche, rispetto a chi viveva nelle città. L'innovazione della scuola di Don Milani è sintetizzata nel motto inglese "I care", che tradotto significa "mi importa". Una scuola pensata fuori dagli orari canonici, anche la sera, dopo il lavoro nei campi e sette giorni su sette. 

Da questo motto parte il principio per cui la scuola è fatta nelle ore più impensate dopo i lavori nei campi, impegnando i ragazzi praticamente tutto il giorno e sette giorni la settimana. Un tipo di scuola aperta e rivoluzionaria che all'epoca attirò molte critiche sia dal mondo della chiesa che da quello laico.

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