Mario Fiorentini morto, il partigiano più decorato d'Italia. Ultimo testimone dell'attentato di via Rasella contro i nazisti. Aveva 103 anni

Mario Fiorentini morto, era il partigiano più decorato d'Italia. Ultimo testimone dell'agguato di via Rasella contro le SS. Aveva 103 anni
Mario Fiorentini morto, era il partigiano più decorato d'Italia. Ultimo testimone dell'agguato di via Rasella contro le SS. Aveva 103 anni
Martedì 9 Agosto 2022, 23:47 - Ultimo agg. 18 Marzo, 06:04
3 Minuti di Lettura

L'Italia piange la morte di Mario Fiorentini, il partigiano più decorato d'Italia, una delle voci più autorevoli della Resistenza italiana e uno degli ultimi testimoni della battaglia contro il nazifascismo. Con lui se ne va anche l'ultima testimonianza dell'attentato di via Rasella in cui i partigiani ucciso 33 appartenenti alle Ss.

Si è spento a 103 anni, al termine di una vita da partigiano, onorata da tre medaglie d'argento e tre croci al valore. «La Resistenza - diceva nelle interviste - è un patrimonio che dobbiamo coltivare. È stato un grande momento di libertà».

Tra i protagonisti della liberazione di Roma

Nato il 7 novembre 1918, «Giovanni» - questo uno dei suoi quattro nomi di battaglia - fu tra i protagonisti della liberazione di Roma e organizzatore delle principali azioni contro l'invasore, tra cui gli agguati di via Tomacelli e via Rasella. È stato il comandante del Gruppo di Azione Patriottica - il cosiddetto Gap - intitolato ad Antonio Gramsci ed operante nel centro di Roma. «Durante i nove mesi di occupazione nazista della capitale - ricorda l'Anpi - sbaragliò, con le sue compagne e i suoi compagni, tre battaglioni nemici in pieno centro in pieno giorno, conquistando al mondo l'ammirazione per il combattente italiano e per la Resistenza antifascista italiana».

Da sempre al fianco della «sua» Lucia Ottobrini, combattente partigiana scomparsa nel 2015 - Fiorentini riuscì ad evadere per ben quattro volte dalle carceri.

Nelle tantissime interviste e negli incontri con ragazzi e studenti raccontava con emozione il suo passato, da quando - studente della Commerciali - aveva deciso di svolgere attività clandestina in «Giustizia e Libertà» e nel Partito comunista fino all'arrivo al Nord dopo la liberazione di Roma. «Quando mi paracadutai - racconta in una delle ultime interviste a Gad Lerner per il Memoriale della Resistenza -, guardandomi un ufficiale dei carabinieri mi chiamò fringuello perché ero magro. E da allora quello divenne il mio nuovo nome di battaglia».

Col il nome di battaglia di «Dino», invece, operò in Liguria, Emilia, Lombardia e Piemonte, come ufficiale di collegamento dell'OSS, il servizio segreto americano. Autodidatta, nel dopoguerra ha iniziato gli studi liceali e poi quelli universitari. Fiorentini è così diventato docente di Geometria superiore all'Università di Ferrara. I suoi studi di matematica sono stati ripresi e approfonditi in tutto il mondo ed hanno fatto dell'ex gappista un matematico di fama internazionale.

Camera ardente e funerali in Campidoglio

La camera ardente sarà allestita domani mattina , dalle 11 alle 19, presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio. I funerali, invece, dovrebbero tenersi giovedì. Tantissimi i messaggi di cordoglio giunti dalla politica, con il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che ha ricordato il «coraggio e l'umanità» di un «simbolo della Resistenza». Si terranno giovedì 11 agosto alle ore 10,presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio, dove domani ci sarà la camera ardente, i funerali di Mario Fiorentini.

© RIPRODUZIONE RISERVATA