Matano, polemica per la “benedizione” del prete alle nozze gay del giornalista: «Papa Francesco cosa dice?»

Matano, polemica per la “benedizione” del prete alle nozze gay del giornalista: «Papa Francesco cosa dice?»
di Franca Giansoldati
Martedì 14 Giugno 2022, 08:56 - Ultimo agg. 20:25
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Città del Vaticano – Tutto è iniziato con un post augurale, quasi benedicente, del parroco intervistatore prediletto di Papa Francesco, don Marco Pozza, alle nozze superstar del giornalista Alberto Matano con il suo compagno di una vita.

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All'interno della Chiesa cattolica gli endorsement ai matrimoni gay restano materia altamente incandescente: basta vedere cosa sta accadendo in Germania dove il clero è spaccato tra coloro che approvano i matrimoni omosessuali e quelli che, invece, restano fedeli al Magistero, al Catechismo e all'ultimo 'Responsum' della Congregazione della Dottrina della Fede (che vieta categoricamente ogni tipo di indebolimento al sacramento del matrimonio tradizionale tra un uomo e una donna).

La guerra intestina ormai ha assunto i toni globali di uno scontro tra guelfi e ghibellini.

La "benedizione"

Le parole di don Marco Pozza («un grande abbraccio e una preghiera per il mio amico Alberto Matano nel giorno della loro unione civile») non potevano che essere all'origine di un malessere diffuso e carsico, sfociato in un articolo al vetriolo pubblicato su Messainlatino.it, uno dei blog di riferimento della articolata galassia conservatrice, piuttosto attento ai mutamenti in corso e puntuale protagonista di dotte analisi sulla tradizione magisteriale. «Possibile che buona parte degli amici del Santo Padre siano pro gay o gay?» è una delle tante domande che affiorano nel testo. 

 

«Noi poveri fedeli paesani ci chiediamo perchè il novello intervistatore di fiducia del Papa Francesco, don Marco Pozza soprannominato don Spritz, faccia outing dottrinale e si congratuli per le "nozze"  del giornalista Alberto Matano. Possibile che 5 su 7 cardinali USA siano pro omosessualità? Possiamo lamentarci ed esprimere il nostro dolore?Sommessamente possiamo chiedere che don Pozza, che si vanta di andare sempre in borghese e con le scarpe da ginnastica smetta di essere ricevuto a Santa Marta e intervistatore del Papa? E magari sospeso per le sue dichiarazioni (il vescovo di Padova avrà qualcosa da dire?)? O è chiedere troppo? Infine, possiamo chiedere una dispensa papale per i poveri adulteri eterosessuali? O vale solo per i sodomiti?» si legge.

Il Papa e i gay

Papa Francesco sulla questione dei gay è intervenuto decine di volte nel corso del suo pontificato. Il suo intervento più famoso risale ai primi tempi quando, rispondendo in aereo alla domanda di un giornalista sulla presenza di una lobby gay in Vaticano, pronunciava una frase, quasi uno slogan, divenuta subito famosa: «Chi sono io per giudicare». Durante tante udienze, nel corso di incontri pubblici e privati o scrivendo lettere e documenti ha sempre ripetuto che la pastorale verso il mondo gay deve cambiare, essere più inclusiva e, in alcune circostanze, ha chiesto perdono ai gay per le sofferenze che sono state inflitte loro dalla Chiesa nel corso dei secoli. 

«Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge di convivenza civile. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo» ha anche detto Papa Francesco nel docufilm “Francesco“ di Evgeny Afineevsky, spezzando una lancia a favore di legislazioni civili anche se su quel film successivamente è nato un caso diplomatico che ha costretto il Vaticano a una correzione sostanziale, affermando che quella frase era frutto di un brutto copia-incolla di una vecchia intervista rilasciataa suo tempo a Televisa. Successivamente la Congregazione della Fede ha pubblicato un documento per spiegare ai vescovi di tutto il mondo che la dottrina sui matrimoni gay non era mai cambiata e che sostenere, benedire o appoggiare nozze civili restava oggettivamente sbagliato. Un peccato grave. Il documento era firmato dall'allora segretario della Congregazione, monsignor Morandi che, successivamente, è stato punito dal Papa e spedito a Reggio Emilia a fare il vescovo benchè quel testo fosse stato vistato e benedetto proprio dal pontefice. In ogni caso quel passaggio resta un mistero, così come è avvolta da una indubbia ambiguità la genesi del film di Afineevsky.

Il pensiero di Papa Francesco sui gay è stato anche riportato da Juan Carlos Cruz, vittima di un prete pedofilo cileno e ora attivista contro gli abusi sessuali, che recentemente ha raccontato: «Quando ho incontrato Bergoglio mi ha detto quanto fosse dispiaciuto per quello che mi era successo: Juan, è Dio che ti ha fatto gay e comunque ti ama. Dio ti ama e anche il Papa poi ti ama».

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