Prezioso pugnale da legionario di 2000 anni fa trovato col metal detector: in quel campo i Reti affrontarono i romani

nella foto il pugnale ritrovato (credit: Archaeological Service of Graubünden ADG)
nella foto il pugnale ritrovato (credit: Archaeological Service of Graubünden ADG)
di Laura Larcan
Giovedì 18 Novembre 2021, 12:40 - Ultimo agg. 20 Novembre, 14:24
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Quando si dice, caccia grossa. Metti un metal detector, la passione per le antichità, un pizzico di fiuto e tanta fortuna che non guasta. Et voilà, il tesoro (svizzero) viene alla luce. È così che è stato scoperto uno splendido pugnale finemente decorato, appartenente ad un legionario romano di 2000 anni fa. Siamo nei pressi del villaggio di Tiefencastel nel cantone alpino dei Grigioni. Seppellito ad arte, come fosse un rituale. L’ipotesi è che il soldato possa averlo fatto come segno di ringraziamento per la vittoria (e la vita). Il bello è che il ritrovamento ha condotto, subito dopo, una squadra di archeologi sul sito che si è rivelato un campo di battaglia, perduto sotto strati di terra, e che ha restituito centinaia di manufatti originali di legionari romani, quando combattevano contro i Reti, o "Raeti", una confederazione di tribù alpine che occupavano gran parte delle aree montuose di quelle che oggi sono la Svizzera, l’Italia, l’Austria e la Germania. Battaglie per proteggere i confini di Roma.

 

Non siamo di fronte ad oro e gemme preziose, ma comunque di una scoperta di grande importanza per gli studiosi. E’ successo allo svizzero Lucas Schmid, un odontoiatra appassionato di storia antica col pallino per l’archeologia e per il metal detector, che spesso mette a disposizione il suo hobby per il Servizio Archeologico dei Grigioni (ADG). Dopo l’intervento di restauro ha rivelato una ricca decorazione di argento intarsiato e ottone. La sua impugnatura a forma di croce lo data al 50 a.C., un tipo estremamente raro di cui si conoscono solo quattro esemplari. La notizia è stata data da LiveScience ed è rimbalzata tra siti e blog del settore.

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Perché seppellire un pugnale? Gli archeologi ritengono che uno di quei legionari possa averlo seppellito intenzionalmente dopo la battaglia come segno di ringraziamento per una vittoria.

L’impresa non è consumata in poco tempo. Le indagini con il metal detector non sono certo così fulminee.

Ci ha impiegato quasi un anno il giovane Schmid a trovare il pugnale (il rilevamento con il metal detector gli era stato permesso dall’ADG). La scoperta risale al 2019, ma è stata resa nota solo ora perché si è conclusa la campagna di scavo del sito e il restauro dei manufatti. A condurli, oltre allo stesso Schmid, gli archeologi dell’ADG e dell’Università di Basilea. Perché aveva scelto proprio questa zona? Nel 2003, alcuni primi saggi di scavo avevano portato alla luce tracce di un antico esercito romano nelle vicinanze. Ma nessun manufatto era stato trovato. Poi, la svolta. Alla fine della campagna di scavo, qualche mese fa, sono stati riportati alla luce centinaia di reperti archeologici sparsi su più di 35mila metri quadrati. Tra i reperti più suggestivi, punte di lancia, fionde di piombo, parti di scudi, monete e chiodi dei sandali dalla suola pesante - chiamati “caligae” in latino - che indossavano i legionari (le stesse che amerà indossare anche il tearzo imperatore di Roma, Caligola).

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Qual è lo scenario storico? Come spiega l’archeologo Thomas Reitmaier, direttore dell’ADG: «Le fonti storiche riportano conflitti tra gli eserciti romani e i Reti avvenuti tra il 50 a.C. e il 30 a.C.». La questione però è «se la battaglia vicino a Tiefencastel si sia verificata in questa fase o più tardi, nel 15 a.C., quando l’imperatore romano Augusto ordinò una campagna militare nelle Alpi che alla fine soggiogò i Reti». La moneta romana più recente trovata durante li scavi dell’ultimo anno è stata coniata tra il 29 a.C. e 26 a.C. durante il regno di Augusto. Ma, secondo gli archeologi, potrebbe anche essere stata persa un decennio dopo. Un’ipotesi allora è che la battaglia sia avvenuta in connessione con la campagna alpina dell’imperatore Augusto. Le risposte nelle prossime indagini. «Il lavoro sul campo continuerà nel 2022, e presumiamo che verranno alla luce più monete o altri reperti che consentano una datazione ancora più precisa».

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