Modella taglia 34 alla Milano Fashion Week, Elisa D'Ospina lancia la petizione: «Siamo donne, non manichini»

Milano Fashion Week, Elisa D'Ospina lancia la petizione contro l'anoressia e le modelle sottopeso
Milano Fashion Week, Elisa D'Ospina lancia la petizione contro l'anoressia e le modelle sottopeso
Lunedì 2 Marzo 2020, 12:38 - Ultimo agg. 12:51
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Anche alla Milano Fashion Week di quest'anno in passerella ha sfilato l'anoressia. Modelle dalle braccia scheletriche, super magre, si son succedute una dietro l'altra. Elisa D'Ospina, modella curvy che si batte da anni contro i disturbi alimentari di cui anche lei ha sofferto, ha lanciato l'allarme con una petizione su Change.org che ha già raccolto in poche ore oltre 20 mila firme. 

«Non è solo una questione italiana, le modelle in sottopeso evidente calcano le passerelle di tutto il mondo. Questione di praticità nel vestirle? L’utilizzo di meno tessuto? Voglia di imporre la magrezza eccessiva come sinonimo di donna vincente? Tutto ciò che la moda vuole comunicarci non ci interessa», scrive D'Ospina sul suo blog. «La cosa che ci interessa è vedere un’ideale di donna che si avvicini alla quotidianità, che sia in salute, sorridente. Che sia portatrice di valori sani. Se gli stilisti non sanno vestire donne con delle misure normali possono sempre cambiare lavoro. Non c’è più tempo per assistere a questo scempio, ecco perché ho lanciato questa petizione dove chiedo alla Camera della Moda Italiana (ma la estenderò in Europa) di vietare l’uso di modelle in evidente sottopeso sulle passerelle. Siamo donne, non manichini!» tuona la modella. 

Tutto è nato dalle foto di una delle modelle alla sfilata di Gucci alla Milano Fashion Week. Una ragazza taglia 34, dalle misure 81- 63 -79. «È inammissibile proporre un modello con queste misure! Ritengo opportuno che venga firmata una carta in cui tutte le case di moda si impegnano a non utilizzare mai più donne in evidente sottopeso. Chiedo inoltre la presenza di personale competente, che si occupa di disturbi alimentari, al fine di valutare l'idoneità dei casi sospetti», scrive ancora Elisa D'Ospina. 

La Camera della Moda Italiana e il Comune di Milano avevano approvato nel 2006 un codice anti-anoressia in cui era previsto che, per sfilare, le ragazze dovevano avere un giusto rapporto tra peso e altezza. Ma il tema non è solo milanese: «Purtroppo in queste ore anche a Parigi abbiamo visto tantissime ragazze sottopeso in passerella», attacca la D'Ospina.

È passato un bel po' di tempo dal Manifesto sempre del 2006 contro l'anoressia dell'allora ministra Giovanna Melandri, fino al codice di autoregolamentazione degli stilisti, alla carta comune per il benessere delle modelle e dei modelli siglata nel 2017 dai gruppi del lusso LVMH e Kering (proprietari di marchi come Gucci, Dior, Bottega Veneta, Louis Vuitton, Saint Laurent, Fendi, Givenchy o Loro Piana). C'era stata perfino una proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati dalla deputata del M5S Azzurra Cancelleri per dire stop alle modelle taglia zero che stabiliva il divieto d'impiegare in sfilate o campagne pubblicitarie modelle con un indice di massa corporea (rapporto tra peso e altezza) pari o inferiore a 18,5, indicato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come livello al di sotto del quale si puo' parlare di malnutrizione.

Ma a quanto mostrano le foto recenti, il tema non ha perso d'attualità e sembra andare in direzione contraria e opposta alla tendenza della moda di diventare più vicina ai modelli reali delle persone e più consapevole rispetto all'estetica proposta, trasmettendo invece così un'immagine rischiosa in cui l'eccessiva magrezza sembra vincente perchè lo sceglie la griffe più cool e viene letta come modello da imitare. Seppure in relazione non alla magrezza ma più in generale alle tendenze, anche Giorgio Armani durante la fashion week ha parlato di stupri degli stilisti intendendo le forzature che fanno nelle loro proposte inducendo ad imitazioni. Proporre dalle passerelle un'estetica sottopeso è pericoloso e può far male alle fragilità giovanili. Il discorso vale per le ragazze ma anche per i ragazzi, dal momento che le passerelle sono piene di giovani scheletrici e i disturbi alimentari sono in crescita anche tra i maschi, come tristemente ci ricorda la morte qualche giorno fa di Lorenzo Seminatore, 20 anni, per anoressia.

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