In questi mesi, la moglie di Assad è stata vista in un ospedale militare, dove a gennaio si è sottoposta ad un intervento chirurgico, talvolta con il marito accanto, e ad alcuni eventi pubblici. Nell'intervista di quasi mezz'ora, l'ex funzionaria di banca ha descritto la «stanchezza fisica» e gli altri effetti derivanti dai trattamenti di chemio ai quali si è sottoposta. Quindi ha ringraziato per il sostegno i figli (due maschi e una femmina), i genitori e il «compagno di una vita». Ma ha anche insistito nell'affermare che «il cancro può essere sconfitto, è una battaglia difficile, ma non impossibile e dobbiamo vincere questa paura di non farcela, di averne vergogna», ha detto. Con l'intervista in tv, la moglie di Assad ha probabilmente voluto mandare anche un messaggio a quanti avevano dichiarato sui social che la diagnosi di tumore era ciò che si meritava.
Lei, nata e cresciuta a Londra, non è mai stata vista di buon occhio da quando nel 2011 è scoppiata la guerra civile in Siria che ha provocato almeno mezzo milione di morti e ha creato una delle peggiori emergenze rifugiati al mondo.
Nei primi giorni del conflitto, Asma è stata criticata per i suoi eccessi, alcuni la accusavano di usare la sua educazione britannica e lo stile occidentale per cercare di mascherare la repressione del marito. Nel 2013, da alcune e-mail trapelate è emerso che la moglie di Assad aveva fatto acquisti online di articoli di lusso mentre il Paese scivolava nella guerra civile, inclusi lampadari di cristallo e scarpe di Christian Louboutin.
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