Montezemolo, i ricordi di una vita eclettica: dall'incontro con Ferrari all'amicizia con Lucio Dalla e gli scherzi a Montanelli

Montezemolo, i ricordi di una vita eclettica: dall'incontro con Ferrari all'amicizia con Lucio Dalla e gli scherzi a Montanelli
Montezemolo, i ricordi di una vita eclettica: dall'incontro con Ferrari all'amicizia con Lucio Dalla e gli scherzi a Montanelli
Domenica 28 Agosto 2022, 16:31 - Ultimo agg. 30 Agosto, 11:41
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Mezzo piemontese e mezzo emiliano. Luca Cordero di Montezemolo racconta la sua famiglia in una lunga intervista al Corriere della Sera. Nipote di un comandante della Resistenza che è stato ucciso alle Ardeatine e grande amico di Cristiano Rattazzi, figlio di Susanna Agnelli. Tanti incontri con personaggi che hanno seganto la sua vita: da Enzo Ferrari a Gianni Agnelli. Ma pure Ralph Lauren, Michele Ferrero e Achille Maramotti. Questi gli uomini che lo hanno ispirato. A Indro Montanelli faceva scherzi: a Cortina gli camminava dietro e senza farsi scoprire avvertiva i passanti della presenza del giornalista che finiva per essere fermato da tutti (cosa che lo irritava molto). Amico personale di Lucio Dalla, bolognese come lui. Maranello e Italo catalogati tra i successi, Juve e Alitalia etichettati invece come errori. L'eclettismo di Montezemolo si snoda nelle risposte ad Aldo Cazzullo e negli aneddoti come quando dice di aver intrerrotto la frequenza al collegio navale Morosini di Venezia per tornare a studiare dai gesuiti a Roma al Massimo, dove ha studiato anche Mario Draghi. Il premier è ricordato come un «ragazzo molto serio con la passione della pallacanestro». L'intervista si conclude con una riflessione politica: «Sentiremo molto la mancanza dell'autorevolezza di Draghi, non solo in Europa». Mentre di Calenda dice che non è vero che gli manchi il senso del sociale: «È per il salario minimo, rappresenta un'Italia repubblicana, perbene e seria». 

L'ex presidente della Ferrari si è laureato in legge, voleva fare il penalista ma nel 1973 l'incontro della svolta: conosce Enzo Ferrari  che gli chiede di fargli da assistente. E ricorda nell'intervista che i genitori non lo presero sul serio e gli chiesero: «Ti metti a giocare con le macchinette?». Cosa ha insegnato Ferrari a Montezemolo? Due cose, risponde: «Non arrendersi quando le cose vanno male, chiedere sempre di più a se stessi e ai collaboratori quando le cose vanno bene».

Marchionne? «Un assoluto dittatore, voleva diventare primo azionista della Ferrari e mi ferì per il modo in cui mi mandò via».

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La vicenda Niki Lauda - Dentro il capitolo Ferrari, un passaggio è dedicato al terribile incidente nel pericoloso circuito del Nürburgring dove il campione Niki Lauda riportò gravi danni fisici ed ebbe il volto sfigurato a vita. Era il 1976. «Andai in clinica a parlare con il medico - dice - Mi disse che la notte sarebbe stata decisiva: bisognava tenerlo sveglio perché aveva respirato gas velenosi e doveva muovere i polmoni. Niki sentì tutto. E resto sveglio. Quaranta giorni dopo era già in pista a Monza. Quando indossò il casco sia riaprirono le ferite, grondava sangue». 

Schumacher - Un giorno importante per Montezemolo è l'8 ottobre 2000. Quando un altro campione come Michael Schumacher stava per conquistare il titolo dopo 21 anni. E lui ha sentito Gianni Agnelli  e Enzo Ferrari al telefono commossi. 

L'Avvocato, racconta sempre al Corsera, «era molto italiano», cioè «amava il calcio e le auto». E quando gli viene chiesto della leggenda che lo voleva figlio di Agnelli, Montezemolo risponde che in casa ne ridevano molto e scattava la battuta: «Mamma cos'hai combinato?». Fu come un padre, ha detto. Neel 2000 quando si è risposato Agnelli gli fece da testimone e gli regalò una 360 barchetta, senza tetto e senza vetro, disegnata apposta da Pininfarina. «Lascerò scritto che non si potrà mai vendere». 

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