New York ricomincia a vivere. E l’immobiliare torna attraente anche per gli investitori italiani

New York ricomincia a vivere. E l’immobiliare torna attraente anche per gli investitori italiani
di Luca Marfé
Domenica 9 Maggio 2021, 12:08
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Il broker italiano Pedicini (Corcoran): «Prezzi in calo del 10-20% rispetto al picco precedente. È l’inizio di una nuova fase espansiva».

Ristoranti pieni, soprattutto nella nuova versione en plein air, parchi affollati e linee della metro che a breve torneranno operative 24 ore su 24 ore.
Sarebbe stato difficile immaginare, pochi mesi fa, che entro la fine di aprile la città di New York avrebbe potuto ripartire con l’impeto che ha caratterizzato le ultime settimane.

Proprio ad aprile, infatti, il piano vaccinale ha subito un’accelerazione impressionante, cha ha consentito di somministrare almeno la prima dose a ben il 55% dell’intera popolazione adulta della Grande Mela: uno sforzo collettivo perfettamente orchestrato, che ha immediatamente migliorato il morale dei newyorkesi in questo inizio primavera.

In tale contesto, c’è un settore in particolare che sembrerebbe suggerire che la svolta, per la città che non dorme mai, possa davvero essere dietro l’angolo: quello immobiliare.

Dopo i mesi neri post-lockdown, che avevano portato l’inventario delle proprietà in vendita a 9.277, il numero più alto da maggio 2011, con un aumento di quasi il 56% rispetto all’inizio del 2020, i dati del primo trimestre del 2021 hanno invece visto una netta inversione di tendenza, come conferma Andrea Pedicini, broker immobiliare di Corcoran, da oltre 11 anni a New York dove segue una clientela prevalentemente italiana composta da imprenditori, manager d’azienda, ma anche attori e atleti professionisti:

«Nei primi tre mesi dell’anno, sono stati firmati 3.700 nuovi contratti di vendita a Manhattan, il numero più alto dal 2007, in aumento del 58% rispetto allo stesso periodo del 2020».

Dati particolarmente significativi, questi, perché consentono di comparare le condizioni attuali di mercato con quelle dell’ultimo periodo del 2020 che non ha risentito del Covid, che ha invece colpito New York da fine marzo in poi.

«Ad incidere - spiega Pedicini - c’è soprattutto la riduzione dei prezzi, che si colloca mediamente tra il 10% e il 20% rispetto al precedente picco di mercato, specialmente nei palazzi di nuova costruzione e nella fascia di mercato sopra i 2 milioni di dollari. È evidente che di fronte a scenari macroeconomici in netto miglioramento, il livello dei prezzi raggiunto con la pandemia è diventato molto attraente, anche perché è andato a sommarsi ai cali già registrati nel biennio 2018-2019».

E in questo scenario cresce anche l’interesse degli investitori italiani per Manhattan e dintorni, nonostante il persistente blocco delle frontiere tra Stati Uniti e Europa.

«Già a partire dall’estate scorsa - afferma Pedicini - l’interesse dei nostri connazionali per il settore immobiliare newyorkese è cresciuto significativamente, nella consapevolezza che ci troviamo di fronte ad un’occasione storica per investire a New York, analogamente a quanto avvenuto tanto in seguito all’11 settembre, quanto dopo la crisi finanziaria del 2008-2009.

C’è chi sta solo aspettando che le frontiere riaprano, e nel frattempo chiede di essere tenuto al corrente rispetto ai trend di mercato, e chi invece ha investito in remoto dall’Italia già nei mesi scorsi, senza nemmeno vedere di persona la proprietà acquistata».

«I dati di mercato raccolti tra gennaio e aprile - conclude Pedicini - sgomberano di fatto il campo dal rischio che investendo oggi, i prezzi possano subire cali significativi da qui ai prossimi mesi. Ci troviamo all’inizio di un nuovo ciclo espansivo, soprattutto dopo la fase di “buyer’s market” che ha caratterizzato il mercato immobiliare di New York negli ultimi tre anni».

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