Partita del Cuore, Pecchini querela Aurora Leone dei The Jackal: «Lesa la mia reputazione, mi ha diffamato»

Partita del Cuore, Pecchini querela Aurora Leone: «Diffamandomi ha leso la mia reputazione»
Partita del Cuore, Pecchini querela Aurora Leone: «Diffamandomi ha leso la mia reputazione»
Lunedì 31 Maggio 2021, 19:01 - Ultimo agg. 20:56
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«Alla luce dei molteplici e continui attacchi mediatici, come già anticipato in un'intervista ho deciso di rivolgermi allo studio dell'avvocato Gabriele Bordoni per presentare querela nei confronti di Aurora Leone e di chi con lei mi ha leso nella reputazione, così da tutelare i miei diritti, la mia immagine e, soprattutto, la mia dignità di uomo e di professionista». Lo ha dichiarato Gian Luca Pecchini, ex direttore generale dell'Associazione Nazionale Italiana Cantanti, dimessosi dopo le accuse di Aurora Leone dei The Jackal di averla esclusa dalla cena che aveva preceduto la Partita del Cuore a Torino in quanto donna.

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«L'iniziativa assunta con querela per diffamazione aggravata presso la Procura di Torino è stata necessaria per ristabilire la verità dei fatti; l'uso diretto e personale dei sistemi di comunicazione di massa consente ampia libertà di espressione a chiunque ed è un valore da salvaguardare che va tenuto però ben distinto dalla loro strumentalizzazione - ha sottolineato l'avvocato Gabriele Bordoni - la critica e le opinioni sono sacrosante, ma non lo è affatto la propalazione di notizie infondate».

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Si pensa in questi giorni di introdurre «una legge a contrasto della discriminazione per motivi fondati sul sesso o sul genere, ma si ripensa anche di riattivare forme di censura a contrasto della disinformazione, soprattutto attraverso la rete.

Sono sintomi di un malessere culturale e sociale - ha aggiunto Bordoni -, potenzialmente inducenti pericolose derive che nella vicenda di Pecchini trovano occasione per essere considerate e discusse. Ma, intanto, va tutelata nella sede competente la dignità di un uomo, della sua famiglia e del suo lavoro, proteggendolo dal linciaggio morale», ha concluso il penalista.

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