Il rompicapo che vi farà impazzire: gli anelli e i lucchetti diventati popolarissimi durante la pandemia

Il rompicapo che vi farà impazzire: i lucchetti diventati popolarissimi durante la pandemia
Il rompicapo che vi farà impazzire: i lucchetti ​diventati popolarissimi durante la pandemia
di Valeria Arnaldi
Sabato 12 Febbraio 2022, 12:00
4 Minuti di Lettura

Lucchetti da aprire con una combinazione di movimenti. Croci da scomporre con lievi slittamenti su una superficie. Anelli incatenati da separare, senza possibilità di aprirli. Gabbie dalle quali liberare figure imprigionate, anche qui, senza poter creare varchi. E molto altro. Tridimensionali, in metallo o legno, senza scorciatoie ma con soluzioni fondate su principi matematici, fisici, meccanici, da trovare con l'unico ausilio dell'ingegno. E della fantasia ovviamente. Dal Gear Cube, creato dall'olandese Oskar van Deventer, che prende le mosse dal cubo di Rubik ideato dall'ungherese Erno Rubik nel 1974 - e lo complica con un sistema di rotazioni - fino all'Huzzle Cast Baroq di Hanayama, firmato da Akio Yamamoto, che ha la soluzione nella musica, puzzle e rompicapo 3D si fanno sempre più complessi, giocando con ingegneria e meccanica e conquistando appassionati e fan in tutto il mondo. 

Dallo svago al fenomeno il passo è breve e ha il suo acceleratore nella pandemia, con il maggior tempo trascorso in casa, che delle sfide ha fatto vera tendenza. «I numeri sono una questione culturale, puzzle e rompicapo si affrontano, invece, in modo quasi istintivo perché è connaturato all'uomo lo stimolo a cercare di risolvere un problema, capirne le cause e comprendere come superare le difficoltà, cercare un metodo per affrontarlo - commenta Roberto Natalini, direttore Istituto per le Applicazioni del Calcolo M.

Picone- CNR è qualcosa che ci portiamo dentro da sempre e che tramandiamo alle nuove generazioni». Il fenomeno ha radici antiche. Il poeta latino Ausonio, vissuto nel IV secolo d.C., descriveva così lo Stomachion, il più antico rompicapo conosciuto della storia: «Sono quattordici ossicini in tutto, tagliati in forme geometriche. 

Alcuni sono triangoli equilateri, altri simmetrici, alcuni con angoli retti, altri obliqui: si chiamano isosceli, isoplori, anche ortogonali e scaleni. I diversi raggruppamenti di questi pezzi rappresentano mille cose: un grande elefante, un cinghiale feroce, un'oca in volo..». Lo Stomachion - da stomachos, irritazione - o Ostomachion, dal termine che indicava gli ossicini con cui originariamente era composto, era detto anche scatola di Archimede. Secondo alcune fonti sarebbe stato ideato proprio dal matematico, per altro, questi ne sarebbe rimasto affascinato, decidendo di studiarlo. A prescindere dall'origine, rimane la sfida, non solo creativa, ma logica: era basato su principi di matematica combinatoria.

 

Nell'Ottocento, in Inghilterra, i rompicapo meccanici hanno conosciuto grande fortuna e, nella seconda metà del Novecento, hanno vissuto una nuova giovinezza in Giappone. Da allora, hanno avuto un sensibile sviluppo, sollecitando la creatività di più designer nel mondo. Così, l'ingegnere Eldon Vaughn, classe 1939 - è scomparso nel 2015 - che nel 1975 ha brevettato in America Enigma, basato su un intreccio di forme curvilinee. E il giapponese Kyoo Wong, che ha scoperto la passione per i rompicapo vent'anni fa, e da allora ha iniziato a progettarli, diventando rapidamente una delle firme più note. Il suo lavoro, come quello di molti suoi colleghi, nasce con Autocad, si sviluppa - con prototipi di cartone o plastica, e approda poi al metallo, per verificare peso, maneggevolezza e fattibilità di movimenti e incastri. Poi, il finlandese Vesa Timonen, che si è appassionato ai puzzle 3D a otto anni e a 23 ha iniziato a crearne. Tra i suoi lavori, l'Huzzle Cast Ufo, da smontare e rimontare, sfruttando incastri e slittamenti. E tanti ancora.

 

«Cimentarsi in questi giochi dice Natalini - permette una sorta di ginnastica mentale. Se si comincia da bimbi, si possono sviluppare sensibilità per spazi, numeri e forme, utili da grandi». Non solo una questione di capacità matematiche. «Tale tipo di giochi aiuta il potenziamento cognitivo a ogni età spiega lo psicologo Simone Barbato Idego, esperto in potenziamento cognitivo dell'Ordine Psicologi del Lazio Generalmente, la vita non offre molte occasioni per potenziare percezione, memoria, ragionamento logico e simili, specie nella nostra epoca, in cui archiviazione dati e calcolo sono affidati allo smartphone, abbiamo dunque bisogno di sviluppare funzioni altrimenti scarsamente sviluppate. Giocando, alleniamo il cervello». Nel rompicapo, la soluzione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA