Ronn Moss condottiero dei Normanni al Palio di Piazza Armerina: «Io, innamorato dell'Italia»

Ronn Moss condottiero dei Normanni al Palio di Piazza Armerina: «Io, innamorato dell'Italia»
di Totò Rizzo
Sabato 13 Agosto 2022, 12:48 - Ultimo agg. 18 Agosto, 23:46
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Oggi la cavalleria normanna entrerà a Piazza Armerina e al suo condottiero, Ruggero d’Altavilla, verranno consegnate le chiavi della città. Tranquilli, non siamo tornati indietro con la macchina del tempo nel 1100, è piuttosto il XII secolo che rivive ogni anno, nei giorni che precedono Ferragosto, nella città siciliana – famosa per la romana Villa del Casale con i suoi mosaici e per le cento chiese barocche – con il Palio dei Normanni. Quest’anno alla rievocazione storica più affollata del Meridione d’Italia (600 figuranti in costumi d’epoca curati dalla sartoria cinematografica Pierantoni che tra i suoi fiori all’occhiello ha “Troy” e “Il trono di spade”, più soldati e armigeri che daranno vita domani alla Quintana del Saraceno, la gara d’origine medievale tra i quattro quartieri storici della città) Ruggero d’Altavilla avrà le fattezze di Ronn Moss – lo storico Ridge di “Beautiful” – che, capricci del destino, interpretò Ruggero nel film “I paladini” di Giacomo Battiato, il primo che girò in Italia (1983) e fra i primi della sua carriera.

Moss, che sensazione dà interpretare lo stesso personaggio dopo 40 anni?

«Intanto la grandissima sorpresa quando me lo hanno proposto, una coincidenza davvero incredibile.

Poi è un personaggio affascinante, importante per la storia non solo siciliana ma europea. Infine, in questi giorni, a Piazza Armerina, ho potuto toccare con mano quanta passione ci sia per questa rievocazione storica, quanto leghi questa comunità».

Lei ha scelto di vivere in Italia, in Puglia, in un’antica masseria: uno dei tanti inglesi e americani innamorati del Belpaese.

«Per me forse ha contribuito il fatto che l’Italia è stato il Paese in cui, fuori dagli States, io abbia lavorato di più. E quindi, ogni volta che sono tornato, ho potuto conoscerne la cultura, le tradizioni, le bellezze del paesaggio e la gente. Sfido chiunque a non lasciarsi incantare dall’Italia».

Le piace anche lo showbiz italiano, dal cinema alla televisione.

«Le confesso, sono uno molto selettivo: devo credere in un progetto, sia sul versante dell’entusiasmo che in quello della professionalità. Anche quando ho recitato in quello che voi chiamate “cinepanettone” (“Christmas in love” di Neri Parenti, 2004, ndr.) ho visto la passione e l’impegno delle vostre troupe. E lo stesso in tv, quando ho accettato di partecipare a “Ballando con le stelle”».

Parliamo di Ridge Forrester che in “Beautiful” ha impersonato per 25 anni. Nostalgia per quel personaggio che ha lasciato dieci anni fa?

«Nemmeno un granello di sabbia, giuro».

Eppure le ha dato una popolarità mondiale, 300 milioni di telespettatori nel mondo…

«Non vorrei passare per irriconoscente, sarò sempre grato a quel personaggio e a “Beautiful” ma è un capitolo chiuso».

Nemmeno se la richiamassero per una puntata celebrativa?

«E perché mai dovrei accettare?».

Lei ha cominciato come musicista e non ha mai smesso di farlo tra concerti e dischi. Bolle in pentola qualcosa per lei nel mondo delle note?

«Ho le ultime date del tour italiano prima di tornare in America dove completerò il mio nuovo disco che uscirà nel 2023. E sono contento perché è ben piazzato su Spotify il mio ultimo singolo, “Vado a vivere in Puglia”, che è anche il leit motiv dell’ultimo film, “Viaggio a sorpresa – Surprise trip”, che ho girato con a fianco Lino Banfi, Mayra Pietrocola, Paolo Sassanelli e Marit Nissen. La musica è sempre al centro dei miei pensieri, il mio vecchio basso non l’ho mai mollato».

Ron Moss, splendido settantenne, che si au

Ronn Moss, 70 anni

gura per il futuro?

«Mi piacerebbe pensare a qualcosa che aiutasse la gente a venir fuori dal brutto periodo che abbiamo attraversato in questi ultimi due anni, tra pandemia, guerra, disastri ambientali. Vorrei soprattutto che la gente prendesse coscienza al di là di quello che legge sui giornali o sui social, che tornasse padrona della propria vita, del proprio futuro. Lei pensa sia un’utopia? Io no» .

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