«Ragazze, quando vi dicono che dovete scegliere tra carriera e famiglia, mostrate loro questa foto. Vale più di mille parole». La foto in questione è quella di Samantha Cristoforetti, la prima donna italiana ad andare nello spazio. In tuta da astronauta Samantha manda un bacio ai due figli, Kelsi Amel, 5 anni e Dorian Lev, un anno, prima di partire per la sua seconda missione (la prima fu nel 2014). Starà in orbita per cinque mesi nella Stazione Spaziale Internazionale e i bimbi rimarrano con il papà, Lionel Ferra, ingegnere francese, addestratore di astronauti (a destra nella foto). Un primo passo nella storia delle donne: perché - neanche fino a poco tempo fa - a una mamma non era permesso di lasciare i propri figli neanche per andare a lavorare. Figuriamoci per partire nello spazio.
La polemica sui figli
«L'immagine di AstroSamantha che saluta i figli con riservatezza e infinita dolcezza è un MANIFESTO di DIGNITÀ, femminile ed umana», scrive qualcuno sui social dove nelle ultime ore si è infiammato un dibattito, solo italiano, che ci riporta indietro negli anni.
Ma Samantha, straordinaria anche in questo, manda in orbita anche i pregiudizi sulle madri. «Ho la fortuna di avere un partner che ha sempre dimostrato di cavarsela molto bene in famiglia - dice in un'intervista al Messaggero - e di essere il punto di riferimento per i nostri due figli anche per lunghi periodi. Noi astronauti dobbiamo molto a chi ci aiuta quando siamo lontani da casa in missione o in addestramento».
Insomma, in casa Cristoforetti mamma e papà si aiutano e si dividono i compiti. Una cosa che riguarda - o dovrebbe riguardare - tutti noi (e non solo le famiglie “spaziali”). E c'è chi critica persino la Cristoforetti per l’assenza prolungata. Ma chi ha stabilito che soltanto i papà possono partire per lo spazio senza problemi? Gli astronauti Kjell Lindgren e Bob Hines della Nasa, che fanno parte della missione insieme a Cristoforetti, hanno tre figli a testa.
Quando al suo collega Luca Parmitano, astronauta catanese dell'Esa, che nella famosa foto da Cape Canaveral in questione tiene in braccio la figlia maggiore dell'amica, viene chiesto in un'intervista a SkyTg24 «C'è un'immagine che la lega a Samantha?», lui risponde: «Se qualcuno mi chiede com'è Samantha, l'immagine che mi viene in mente non è quella con la tuta spaziale ma quella di Samantha con i figli a casa sua, nel contesto più familiare e più intimo, dove vedo la sua natura incredibilmente completa: di professionsita, di donna, di madre, di compagna». A Kelsi Amel (che significa coraggiosa speranza) è dedicato il suo libro "Diario di un'apprendista astronauta" tradotto anche in greco. La bimba, in quella dedica, è definita Stargazer (Osservatrice di stelle). Scrive qualcuno: «Buona missione a Samantha, simbolo di parità ed emancipazione femminile. Mentre le polemiche restano miseramente sulla Terra». Purtroppo.
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