Da Tiktok a Youtube, giovani online anche 24 ore. E cresce il fronte dei pentiti

Da Tiktok a Youtube, giovani online anche 24 ore. E cresce il fronte dei pentiti
di Cristiana Mangani
Mercoledì 10 Febbraio 2021, 08:00
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Un antidoto alla solitudine, ma anche una possibile trappola che crea dipendenza e rischi. In periodo di lockdown i giovanissimi sembrano aver raddoppiato il loro attaccamento al web e alla connessione. E il dato emerge da uno studio condotto su oltre 10 mila ragazzi (solo nel 2020), di età compresa tra i 12 e i 16 anni. La rete rappresenta per molti di loro un amico, un complice, il modo migliore per informarsi, ma è anche un grande nemico, pieno di insidie e di pericoli.

Nella terza survey annuale condotta dall'Osservatorio scientifico della no-profit Social warning-Movimento etico digitale (https://socialwarning.it/), fondata dal 25enne Davide Dal Maso, è emerso che il 22% degli adolescenti è connesso 24 ore su 24. Un dato impressionante che rischia di generare patologie da dipendenza. Il 39%, poi, naviga senza alcun limite da parte della famiglia, che nel 70% dei casi non vigila affatto rispetto all'utilizzo dei social. E quindi, loro - gli under 16 - in assenza di un adulto che li segua e li indirizzi hanno imparato da soli a usare la rete, spesso anche in maniera costruttiva. Infatti, quando hanno bisogno di informazioni, sanno dove puntare, anche se questo li allontana parecchio dai metodi più tradizionali e formativi, come i libri, che vengono utilizzati per trovare riposte ai dubbi soltanto dall'1% dei giovanissimi. Impazzano Google con il 91%, Wikipedia (59%) e Youtube (49%), mentre i vecchi social, come Facebook (10,80%) e altri, sono ormai fanalino di coda (23%). 

Certo, la consapevolezza di quanto sia importante tutelare la propria reputazione digitale ancora non è abbastanza radicata se è vero che il 74% di questi ragazzi che condivide abitualmente foto o video personali su Instagram, Facebook, TikTok, e altre piattaforme (lo fa il 61% della totalità), alla fine si pente di averlo fatto.

Anche perché capita di continuo che ci si imbatta in episodi spiacevoli, a cominciare dal cyberbullismo, la cui percentuale è diminuita rispetto al 2020 (35% nel 2021 contro il 40% del 2020). Mentre è più preoccupante il dato che racconta come il 15% dei ragazzi siano coinvolti in fenomeni di revenge porn.

Il Movimento Etico Digitale - Social Warning, no profit nata tre anni fa dall'intuizione di Davide Dal Maso, primo docente in Italia ad aver portato l'educazione civica digitale in classe nell'Istituto professionale in provincia di Vicenza in cui insegna da quattro anni, racconta come la pandemia abbia cambiato il modo di vivere la rete per gli under 16: nel 2020 era Youtube a fare la parte del leone, seguito da WhatsApp, Instagram e TikTok, con Facebook fanalino di coda. Nel 2021, invece, conquista la prima posizione WhatsApp ma a spopolare davvero sono Instragram (usato dall'84,10% dei ragazzi intervistati contro il 65% dello scorso anno) e i cosiddetti nuovi social.

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In primis TikTok che dal 34% passa al 52% e che a livello mondiale ha registrato nella sua community un aumento fortissimo di over 25 dal primo lockdown in poi; dopo TikTok spopolano i nuovissimi Twitch (17,60%), che da piattaforma di live streaming per solo videogiocatori sta diventando un canale di streaming per qualunque contenuto, e Discord (16,20%), la chat dei videogiocatori nata nel 2015 e diventata negli anni un social network completo che consente interazioni tra gli oltre 100 milioni di utenti in tutto il mondo.

«Si tratta di un nuovo trend indotto dalla pandemia - commenta Dal Maso, considerato da Forbes tra gli under 30 italiani più influenti nel settore Education -. I ragazzi sono costretti in casa, senza scuola in presenza, senza il nuoto, la danza o le partite di calcetto, senza vedere gli amici e divertirsi insieme, e hanno trovato in rete una parziale risposta rispetto ai loro bisogni frustrati attraverso i cosiddetti nuovi social come TikTok, Twitch o Discord che vincono perché sono i più interattivi».

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