Va in metro al primo appuntamento: scaricato prima di arrivare: «Mi aveva mentito, se lo meritava»

Scaricato al primo appuntamento perché era in metro. La ragazza: «Mi aveva mentito, se lo meritava»
Scaricato al primo appuntamento perché era in metro. La ragazza: «Mi aveva mentito, se lo meritava»
di Domenico Zurlo
Lunedì 7 Gennaio 2019, 15:06 - Ultimo agg. 16:26
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Era andato al primo appuntamento con una ragazza e ci era andato in metropolitana: tutta Italia ormai conosce la storia di questo ragazzo, di nome Massimo, e della sua fiamma Chiara. Il giovane aveva raccontato tutto su Facebook, sul profilo di Torino Sostenibile, affermando come fosse stato scaricato ancor prima dell’inizio dell’appuntamento dopo aver scritto alla ragazza che stava arrivando sul posto in metro. «Non si va ad un appuntamento in metro», gli avrebbe risposto lei. La notizia è diventata virale facendo il giro del web.

Sotto il suo post, decine di commenti di ragazzi e ragazze che gli davano ragione: «Dovevi rispondere che avevi portato la Ferrari dal meccanico», gli suggeriva un utente, tra i tanti a consolare Massimo dicendo che una ragazza così era meglio perderla che trovarla. Lui però, non contento dell’esperienza negativa, voleva comunque incontrare Chiara: non per uscirci, ma per capire se davvero la pensa così, ha detto poi qualche giorno dopo a Repubblica. «Spero che davvero non la pensi così e che la sua sia stata solo una scusa - le parole del 45enne, programmatore software - almeno avrebbe un senso».

E dopo giorni di ricerca, è spuntata fuori anche lei: Chiara, 35 anni, la protagonista della storia, dipinta in maniera negativa dal racconto del 45enne, e che invece ha tutta l’intenzione di difendersi con energia. La ragazza ha voluto mettere i puntini sulle i: «L’appuntamento è saltato perché questa persona si era presentata già mentendo - le sue parole - sono basita. Mi chiamo Chiara, sono una maestra di scuola materna e non ho Facebook per via del mio lavoro. Una mia collega mi ha permesso gentilmente di utilizzare il suo profilo per difendermi da un’argomentazione assurda nonché privata».

I due si erano conosciuti su Tinder e si erano dati appuntamento in piazza San Carlo. «Abbiamo iniziato a scriverci a dicembre, dopo qualche giorno decidiamo di vederci per un caffè - racconta - Ero restia, ma sembrandomi una brava persona accetto. La sua risposta fu: Saprò meritarmi la tua fiducia, corredata da cuoricini (di cui spesso abbondava). Si è preso un due di picche perché se lo meritava».



Il tutto perché, a dire di Chiara, pochi giorni prima aveva mostrato il profilo di Massimo ad una conoscente e quest’ultima le aveva detto che la sua età non era quella da lui indicata. Perciò la decisione di ‘bidonare’ il suo spasimante, per far capire a un certo tipo di uomini che non sempre possono fare ciò che vogliono senza che nessuno dica loro nulla. Quanto alla metro, era solo un post scriptum («Puoi venire in metro ad un appuntamento?», scriveva nel finale del suo sms): «Non ci sarei andata a prescindere, fosse venuto pure su una Lamborghini».



E infine la giustificazione finale, una delusione dal passato: «Nel 2009 fui piantata in asso dal mio fidanzato a San Valentino, in mezzo a una strada - il suo dramma - Venne a prendermi, non scese nemmeno dall’auto e mi disse che tra noi era finita». Certamente una storia commovente, se non fosse che forse il povero Massimo non dovrebbe pagare colpe di altri: per questo ci auguriamo che alla fine dei conti i due si conoscano e si innamorino. Perché le premesse ci sono tutte.
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