Tonga, disabile galleggia nell'oceano per 27 ore dopo lo tsunami e riesce a salvarsi: l'incredibile storia di Lisala Folau

Tonga, disabile galleggia nell'oceano per 27 ore dopo lo tsunami e riesce a salvarsi: l'incredibile storia di Lisala Folau
Tonga, disabile galleggia nell'oceano per 27 ore dopo lo tsunami e riesce a salvarsi: l'incredibile storia di Lisala Folau
Giovedì 20 Gennaio 2022, 16:22 - Ultimo agg. 16:56
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Quella di Lisala Folau è la prima bella storia che arriva dopo il disastro di Tonga. Mentre nell'isola del Pacifico ancora fanno i conti con i danni dovuti all'eruzione del vulcano, qualcuno torna a sorridere. Spazzato via dalle onde dello tsunami, l'uomo - un falegname disabile di 57 anni - ha nuotato e galleggiato per 27 ore, ma è riuscito a tornare sulla terra ferma vivo. Un racconto che ha quasi dell'incredibile, ma che rappresenta un piccolo segno di speranza in un momento terribile.

 

Miracolo a Tonga, disabile si salva dopo tsunami

Folau stava imbiancando la sua casa sull'isola di Atata, quando ha sentito urlare suo fratello e il nipote dell'onda anomala in arrivo. Mentre il fratello cercava aiuto, lui e il nipote si sono arrampicati su un albero. «Sono disabile, cammino molto male, un bambino cammina meglio di me», ha detto il falegname raccontando la sua storia a una radio locale.

Una volta scesi dall'albero, quando pensavano che la situazione fosse tornata sotto controllo, l'uomo e il nipote sono stati travolti da una seconda onda e trascinati nel mare aperto. «A un certo punto dalla riva ho sentito mio figlio che gridava il mio nome», ha detto l'uomo, aggiungendo di aver deciso di non rispondergli sapendo che avrebbe rischiato la vita per salvarlo.

Il tronco della salvezza

«Una storia che non dimenticherò mai in vita mia - ha poi scritto su Facebook il figlio dell'uomo -. Piango quando penso a mio padre che nuotava nell'Oceano dopo lo tsunami. Mi si spezza il cuore immaginandoti mentre bevi l'acqua del mare, papà, ma sei un uomo forte». A salvarlo è stato un tronco, al quale Folau si è aggrappato, sperando che almeno il suo corpo potesse essere recuperato.

Invece, grazie al quel "mezzo" d'emergenza, è riuscito a mettersi in salvo. Prima si è trascinato fino alla vicina isola di Toketoke, dove però non è riuscito a farsi avvistare. Poi si è diretto verso l'isola Polo'a. «Ho gridato aiuto ma non c'era nessuno. Pensavo a mia nipote che era stata spazzata via, mentre io ero riuscito a sopravvivere», ha raccontato. Infine, è riuscito ad arrivare a Sopu, dove è stato soccorso da un'auto, 27 ore dopo che lo tsunami lo aveva portato via. Non si hanno attualmente notizie dei parenti che inizialmente erano con lui. 

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