Uccide figlio uncidi anni, Luca di Bartolomei ricorda Ago: «Anche mio padre si sparò perché depresso»

Omicidio Rivara, Luca di Bartolomei, figlio di "Ago": «Girano troppe armi, il governo intervenga»
Omicidio Rivara, Luca di Bartolomei, figlio di "Ago": «Girano troppe armi, il governo intervenga»
Lunedì 21 Settembre 2020, 09:46 - Ultimo agg. 10:09
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«Andrea si chiamava come mio figlio ed è stato ucciso ad 11, quanti ne avevo quando Ago si è sparato, da un padre depresso». La vicenda di Rivara, dove Claudio Baima Poma, operaio in un'azienda meccanica, ha utilizzato una pistola non legalmente detenuta per uccidere il figlio di 11 anni per poi togliersi la vita, ha colpito molto Luca Di Bartolomei. Il figlio di Agostino, ex capitano della Roma dello storico scudetto del 1983, che si sparò con una Smith & Wesson calibro 38 dritto al cuore, ha scritto un post su Twitter dove incita il governo a prendere provvedimenti per limitare la circolazione di armi in Italia: «Sulle troppe armi che girano - sia legali che illegalmente detenute, spesso acquistate per poche centinaia di euro - il governo dovrebbe intervenire subito». 
 


Storie parallele, quelle di Ago e Claudio, che avrebbero potuto finire diversamente. «Quando mio padre Agostino si è sparato, l'ultimo ad averlo visto vivo sono stato io» scrive Di Bartolomei nel suo libro. Ago, questo il nomignolo che Luca ha affidato al padre, si suicidò la mattina del 30 maggio 1194 a 39 anni nella villa di San Marco di Castellabata nel salernitato, sconvolgendo il mondo del calcio. «Qualcosa di noi è rimasto da allora e per sempre ostaggio di quella pistola - scrive Luca -. Non abbiamo avuto né la forza né il coraggio di disfarcene», scrive Di Bartolomei. 

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