Ciro e la Napoli che vince su Instagram: «I miei vicoli set permanente»

Ciro e la Napoli che vince su Instagram: «I miei vicoli set permanente»
di Maria Pirro
Venerdì 22 Marzo 2019, 07:00 - Ultimo agg. 10:30
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Ciro Pipoli ha 22 anni e 33mila followers su Instagram. Ogni giorno pubblica una foto di Napoli, la sua città, da cinque anni sorprende turisti e concittadini con immagini poetiche e insolite. La sua galleria virtuale tiene insieme, ad esempio, via Caracciolo e una sedia di paglia abbandonata, i ragazzi in costume che fissano l'orizzonte, l'interno di una bottega d'altri tempi, un fruttivendolo con le cassette poggiate su muri scalcinati e, appeso al chiodo, un quadretto del Volto santo. Quasi tutti sono panorami, dall'alba al tramonto. E luoghi dell'anima. «Ce ne sono diversi che anch'io ho scoperto così, per caso, andando in giro con la Reflex a due passi da casa. Quanta bellezza c'è...», dice.
 
«Figlio di Parthenope», si presenta su Instagram, nato a Sant'Anna di Palazzo, «tra Vesuvio e il mare...», Ciro abita con la famiglia nella zona popolare, e in ascesa, scacchiera di palazzi agganciati tra loro dai panni stesi sui balconi e cortili condivisi, bianchi e segreti. «Sono tifosissimo, anti-juventino, in curva A urlo fino a perdere la voce. Posso sembrare il classico scugnizzo, e in effetti mi manca solo il cognome Esposito per incarnarne le caratteristiche. Ma non mi piace questa rappresentazione...», racconta divertito. Tra i vicoli lo confondono per un turista inglese («Quando ho Nikon...») o lo scambiano per il fidanzato di sua sorella Ilaria, commessa in un negozio al Vomero. Sua madre, originaria del Pallonetto, fa le pulizie negli appartamenti, suo papà lavora per una ditta, sempre di pulizie, ma anche come tappezziere sulle navi da crociera riammodernate in mezzo all'oceano, dove può dover stare per settimane. Al pari, per molti suoi coetanei non resta che partire ed emigrare, per molti altri il destino è quello della strada. Tra difficoltà e camorra, i successi di questo ragazzo con il ciuffo gelatinato possono sembrare innaturali. Anzi, incredibili. Ma dalla sua ha il grande laboratorio artistico che da sempre attraversa i Quartieri Spagnoli, meta di pittori e fotografi del mondo. Il ventiduenne racconta: «Ho imparato a scattare lavorando nello studio di Eugenio Blasio, mentre frequentavo la scuola serale: avevo già perso due anni, passando dalla classe di informatica a quella di ragioneria. Da piccolo avrei preferito avere la testa che ho ora...», sorride di nuovo. Pipoli vuole diventare fotoreporter «tipo Steve McCurry» oppure vigile del fuoco come suo zio. Il primo è il sogno più grande, ma per realizzarlo lui stesso sa bene che non basta il successo sui social e nemmeno la campagna pubblicitaria appena firmata per Molino Caputo. «Mi hanno contattato da Milano per offrirmi l'incarico. Un riconoscimento importante. Ma non sono un professionista, non ho attestati da esibire e so bene che non si diventa ricchi grazie ai contatti su Instagram. E poi, mi arrabbio quando mi definiscono influencer o fashion blogger. E non accetto nemmeno incarichi discordanti dal mio profilo», puntualizza il ragazzo carico di ideali e concretezza, gli stessi sentimenti che in questi anni lo hanno portato a fare il cameriere e mille altri lavori («Nulla di piacevole»), ma anche il fotografo nei villaggi turistici e nelle discoteche partenopee grazie a quel «qualcosa in più che mi dà la fotografia». Il vero valore aggiunto consiste nel non mollare mai: «Insistere per dimostrarsi all'altezza. Ogni giorno lo ripeto a me stesso prima che agli altri». Per catturare l'istante, il ragazzo può svegliarsi alle 5 del mattino e correre verso il mare. «Mi piace mostrare la mia città, farla conoscere: in tanti mi scrivono e chiedono informazioni, dal nome di una strada ad altri  riferimenti. Numerosi sono anche i napoletani che mi contattano perché vivono lontano e hanno nostalgia». Non mancano le avances, «di ogni genere»: Ciro alza il sopracciglio, svelando la sua strategia di difesa in situazioni imbarazzanti o pericolose che possono verificarsi più facilmente tramite i contatti anonimi in rete. Avventure o disavventure ai tempi del web. Pipoli, in fondo, assomiglia a un cacciatore di storie che va in giro con la fionda: il corpo macchina è un regalo per i 18 anni, e l'attrezzatura non comprende neanche un obiettivo fisso. Ma un desiderio sì: «Mi piacerebbe comporre un libro collegando immagini e frasi di Pino Daniele», rivela, esibendo la prima ricercata e scoperta. Vai mo', viento 'e terra, sembra di sentirla.
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