Queste le prime opere, dedicate agli inestimabili capolavori delle Gallerie degli Uffizi: l’Allegoria della Primavera di Botticelli, la Nascita di Venere di Botticelli, l’Annunciazione di Leonardo Da Vinci, Bacco di Caravaggio e la Venere di Urbino di Tiziano. Si ritiene che l’Allegoria della Primavera, simbolo del Rinascimento, sia stata realizzata tra il 1477 e il 1482 su commissione della famiglia de’ Medici. Dipinta su tavola, la pittura mostra nove figure eleganti e armoniose della mitologia classica che si trovano in un giardino, delimitato da un bosco di aranci e alloro. È senza dubbio una delle opere più maestose e famose di Botticelli, ma anche una delle più discusse in quanto il suo reale significato resta ancora oggi avvolto dal mistero. Sono tante le interpretazioni, ciò che è certo è che si tratta di un capolavoro importantissimo che celebra l’amore, la bellezza ideale, la pace e la prosperità e che va ad inserirsi in un momento storico di rinascita delle arti, del recupero della tradizione classica e del pensiero filosofico.
La Nascita di Venere, databile tra il 1476 e il 1487, è una tempera su tela di lino che raffigura la dea dell’amore, nata dalla spuma del mare, in equilibrio su una conchiglia, pura e perfetta come una perla, che sospinta dal vento approda sull’isola di Cipro. La fonte del mito risale ai versi del poeta Poliziano, a sua volta ispirato da Ovidio ed altri classici latini e greci. La Venere di Botticelli è considerata da sempre l’icona della bellezza femminile nell’arte, un ideale universale di bellezza e perfezione. Il tema sotteso dal dipinto è la celebrazione della nascita di una nuova umanità, rappresentato dalla figura di Venere. L’Annunciazione è un dipinto a olio e tempera su tavola in legno, eseguito da un Leonardo giovanissimo durante il suo periodo di formazione all’interno della bottega del Verrocchio. Custodito per oltre 400 anni nella chiesa di San Bartolomeo a Monteoliveto, è giunto agli Uffizi solamente nel 1867.
Il tema trattato è di tipo tradizionale religioso, la Madonna che incontra l’arcangelo Gabriele; tuttavia, a differenza di altri artisti prima di Leonardo, la scena è ambientata in un giardino fiorito, aperto verso il fondo in un vasto paesaggio, invece che nell’intimità della camera della Vergine.
Grande attenzione è riservata, inoltre, alla descrizione botanica dei fiori e delle altre specie vegetali sia nel prato che nello sfondo: si tratta di un omaggio alla varietà e ricchezza della creazione divina.
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