50 anni di Interrail, così i ragazzi dell'Europa scoprirono il continente

50 anni di Interrail, così i ragazzi dell'Europa scoprirono il continente
di Lorenza Fruci
Giovedì 11 Agosto 2022, 07:58 - Ultimo agg. 12:10
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Tra i vari anniversari di questo 2022, ce n'è uno che mi ha fatto battere il cuore. Si tratta del cinquantenario dell'Interrail, quel biglietto del treno che dal 1972 permette ai giovani residenti in Europa di viaggiare per i paesi del continente, superando confini e dogane.

Il primo biglietto fu staccato il primo marzo e da allora ragazzi e ragazze - fino ai 21 anni, poi fino ai 26 - hanno potuto conoscere l'Europa nel modo migliore possibile, cioè attraversandola e facendone esperienza.

Anche io, durante gli anni dell'università, ho preso lo zaino in spalla e sono partita ogni estate con il biglietto dell'Interrail in tasca, visitando spicchi d'Europa come non mi è più ricapitato di fare successivamente.

Era la seconda metà degli anni Novanta, l'euro, i social network e gli smartphone ancora non c'erano, eppure, anche senza pixel, di quei viaggi conservo dei ricordi vividi. Erano delle vere e proprie avventure, di cui si conoscevano le città di partenza e di ritorno, ma non quelle che sarebbero state le tappe in mezzo. «Fare l'Interrail», così come ci piaceva apostrofare quel viaggio, consisteva proprio nell'incertezza dell'itinerario, che avrebbe preso forma giorno dopo giorno, e che avremmo scoperto solo vivendolo.
All'epoca l'Europa era divisa in 8 zone (per esempio la zona A comprendeva il Regno Unito e l'Irlanda, mentre la zona F la Spagna, il Portogallo e il Marocco) e ogni biglietto autorizzava a spostarsi senza limiti all'interno della zona acquistata. Dei miei viaggi ricordo soprattutto gli incontri in treno con gli altri giovani che facevano l'Interrail, con i quali ci si consigliava luoghi da visitare.
E così che mi sono ritrovata sulla spiaggia sabbiosa di Skagen, in Danimarca, nell'unico punto in cui si incontrano il Mar Baltico e il Mare del Nord, o sulla Duna di Pilat, a Bordeaux in Francia, una meravigliosa distesa desertica considerata la più grande d'Europa, oppure a bere sangria durante la Feria de Agosto, a Malaga in Spagna, alle due di pomeriggio.

E poi i viaggi notturni su treni senza cuccette, il cambio di moneta ogni volta che si varcavano i confini di un nuovo paese, la moka attaccata allo zaino per offrire caffè ai nostri compagni di viaggio non italiani.

E il bacio con Pablo, bellissimo e raro esemplare di giovane biondo spagnolo, mentre eravamo seduti a gambe incrociate sulla piazza principale di Bruxelles, in una comitiva improvvisata di ragazzi e ragazze francesi, inglesi, tedeschi appena conosciuti che bevevano birra cantando. Non nascondo che ho ancora conservati nei cassetti i vari biglietti che riportano scritte a penna le varie tappe, insieme alle foto scattate in analogico con la Reflex.

L'Interrail ha permesso ai giovani di conoscere luoghi e persone in maniera insolita, ha fatto scoprire il vero significato del viaggio, ma soprattutto ha generato un grande senso di appartenenza all'Europa. Più di tante politiche estere, questo modello di viaggio, insieme al più giovane progetto Erasmus, hanno favorito la diffusione di una consapevolezza di una cittadinanza europea. Generazioni di italiani e di cittadini di altri paesi hanno vissuto l'Europa come casa naturale, oltre che spazio comune, grazie a queste esperienze che negli anni hanno dimostrato di avere un valore culturale. E, a parte la nostalgia e il romanticismo, é forse questa la riflessione più importante che questo cinquantenario ci pone, proprio in questi giorni di campagna elettorale in cui i rapporti con l'Europa sono tra i temi più dibattuti.

Oggi è ancora possibile viaggiare con un biglietto Interrail, dal 2007 le zone non esistono più, vi aderiscono 33 paesi (contro i 21 del 1972) e non ci sono più limiti d'età per acquistarlo. Si può scegliere tra due tipologie di biglietto: l'Interrail Global Pass per viaggiare in tutti i paesi aderenti, oppure il One Country Pass che consente di viaggiare in un solo paese.

Il biglietto è diventato digitale, esiste la piattaforma Eurail (interrail.eu) dove é possibile pianificare il viaggio, trovare la mappa ferroviaria e dei suggerimenti per l'itinerario. Anche se il mio consiglio non richiesto é di partire programmando il meno possibile, solo così si possono fare incontri imprevisti.
Per quest'estate vi auguro di «fare un'interrail» che vi regali un bacio che entrerà nello scrigno dei vostri ricordi.

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